La sonda Peregrine non è riuscita a raggiungere la luna a causa di una perdita di carburante. L’azienda privata statunitense Astrobotic ha previsto, perciò, lo schianto della navicella contro l’atmosfera terrestre per stanotte, 18 gennaio, intorno alle 22 (ora italiana). Peregrine impatterà con la Terra al largo delle Fiji, nei cieli sopra il Pacifico, ma non sono previsti danni.

Peregrine impatterà con la Terra vicino alle Fiji, ma brucerà completamente

L’impatto di Peregrine con la Terra avverrà intorno alle 22 (ora italiana) di questa sera, 18 gennaio, a circa 500 chilometri dalle coste delle Isole Fiji. I cieli sopra l’Oceano Pacifico si illumineranno a causa delle fiamme che avvolgeranno la sonda a contatto con l’atmosfera. Fortunatamente, però, non sono previsti danni né detriti.

Il lander privato, infatti, precipiterà a una velocità di oltre 40 mila km/h, per cui brucerà completamente. Come ha spiegato il professore di fisica, astronomia ed esperto in dinamica spaziale presso il CNR, Luciano Anselmo:

Non sono stati rilasciate informazioni tecniche sulle condizioni della sonda né tantomeno è possibile fare analisi indipendenti sulla sua traiettoria, dunque, bisogna attenersi a quanto riportato dai comunicati di Astrobotic

Dopo 50 anni l’America ci riprova: l’allunaggio fallisce

La società privata con sede a Pittsburgh, in Pennsylvania, ha rilasciato alcuni comunicati dove indicava il possibile punto per l’impatto di Peregrine con la Terra. Una prova fallita per Astrobotic, che puntava a essere il primo privato a lanciare una navicella per l’allunaggio, dopo 50 anni dall’ultimo tentativo da parte degli Stati Uniti.

Secondo la mappatura diffusa dall’azienda, la sonda dovrebbe cadere all’interno di un’ellisse situata a circa 500 chilometri al largo delle Isole Fiji, a sud del Pacifico. Tale inquadratura si estende lungo un’asse che va da est di Vanuatu a ovest in mare aperto.

In ogni caso appare molto improbabile che possano arrivare detriti a terra perché la sonda dovrebbe arrivare a oltre 40mila km/h, quasi il doppi di quella dei rientri dei satelliti in orbita terrestre

Così ha concluso il professore del CNR, smentendo eventuali preoccupazioni relative ai detriti di Peregrine. Una serie di brevi accensioni del motore principale ha reso possibile, senza provocarne il surriscaldamento, mettere la sonda nella giusta traiettoria.