Oggigiorno è comune per i lavoratori italiani trovarsi all’estero per viaggi di lavoro o vacanze. In questo contesto, è fondamentale comprendere come la tutela previdenziale della malattia operi in scenari internazionali. Il lavoratore italiano che si ammala durante un soggiorno all’estero mantiene il diritto all’indennità economica prevista dalla normativa italiana. Questo significa che l’Inps, l’ente previdenziale italiano, continua a fornire supporto finanziario in caso di malattia, indipendentemente dalla posizione geografica del lavoratore. Tuttavia, una domanda legittima che ci si può porre è la seguente: come funziona con la visita fiscale Inps quando si è in malattia all’estero?

Visita fiscale Inps all’estero: certificazione medica e reperibilità

Per accedere a tale tutela, è indispensabile presentare una certificazione medica conforme agli standard del paese di soggiorno. Questa deve includere informazioni dettagliate come la diagnosi, la durata prevista dell’assenza, e l’indirizzo di soggiorno temporaneo. È importante sottolineare che nonostante la distanza, il lavoratore è tenuto a rispettare gli orari di reperibilità stabiliti dall’Inps, vale a dire, essere disponibile per eventuali controlli sanitari nelle fasce orarie designate (attualmente le nuove fasce orarie di reperibilità vanno dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00, inclusi i weekend, sia per i dipendenti pubblici, sia per i dipendenti privati).

Mantenere aggiornato l’indirizzo di reperibilità è un dovere fondamentale per chi si trova in malattia. Questo indirizzo è utilizzato dall’Inps per effettuare visite fiscali, necessarie per controllare la legittimità dell’assenza dal lavoro. In caso di variazione dell’indirizzo di reperibilità, è possibile comunicarlo all’Inps tramite il servizio web “Sportello per il cittadino per le visite mediche di controllo” sul sito ufficiale dell’istituto, o contattando il Contact Center.

Cosa fare in caso di malattia in un Paese dell’Unione europea

Nel caso di malattia in un Paese dell’UE, il lavoratore deve seguire procedure specifiche per assicurarsi che la sua assenza sia riconosciuta e tutelata secondo la legge italiana. Queste includono:

  • Ottenimento della certificazione medica: rivolgersi immediatamente a un medico locale per ottenere la documentazione necessaria attestante lo stato di incapacità lavorativa.
  • Trasmissione della certificazione: inviare il certificato medico alla sede Inps di competenza entro due giorni lavorativi dal rilascio, seguendo le stesse modalità di invio previste per le malattie insorte in Italia.
  • Comunicazione al datore di lavoro: analogamente, è necessario trasmettere al proprio datore di lavoro l’attestato di malattia entro due giorni dal suo rilascio.

Assenza per malattia all’estero: mantenimento dell’indennità

In casi di malattia all’estero, l’Inps ha chiarito che il lavoratore ha diritto al mantenimento dell’indennità economica, proprio come se fosse in Italia. Tuttavia, per essere indennizzati, è essenziale fornire la corretta documentazione medica (vedi paragrafo precedente). La certificazione deve includere informazioni essenziali come dati anagrafici del lavoratore, diagnosi, prognosi, indirizzo di reperibilità, e firma del medico.

Come funziona in caso di malattia in un Paese extra UE

Le procedure variano leggermente se la malattia insorge in un Paese extra UE. Se esistono accordi bilaterali con l’Italia, il processo si assimila a quello dell’UE. In assenza di tali accordi, invece, è necessaria la legalizzazione della certificazione medica tramite rappresentanze diplomatiche o consolari.

Visita fiscale Inps all’estero: come funziona?

La necessità di trasferirsi all’estero durante un periodo di malattia richiede una comunicazione preventiva all’Inps. Questo passaggio è cruciale per mantenere il diritto all’indennità di malattia. L’Inps, in risposta, avvia una valutazione medico legale che può includere una visita ambulatoriale preventiva per valutare eventuali rischi legati allo spostamento. L’obiettivo è assicurare che il trasferimento non comporti rischi di aggravamento della condizione di salute del lavoratore.

Inoltre, se il trasferimento avviene in un Paese extra UE, l’Inps può richiedere ulteriori informazioni sulle cure e l’assistenza disponibili nel Paese di destinazione.

In ogni caso, il trasferimento all’estero durante un periodo di malattia comporta l’adempimento di specifiche normative. In base alla normativa CEE, è richiesta un’autorizzazione da parte dell’istituzione competente. Il lavoratore deve poi fornire all’Inps e al datore di lavoro una copia di questa autorizzazione. Se il lavoratore decide di rivolgersi direttamente all’Inps, il medico dell’Istituto valuterà la necessità di migliori cure e/o assistenza nel Paese estero, subordinando l’autorizzazione all’onere di sottoporsi a visite di controllo locali.