Ci sono alcuni casi in cui l’Assegno di inclusione viene sospeso, quando non si provvede ad adempiere ad alcuni obblighi. Alcune famiglie beneficiarie rischiano grosso e se non rispettano le condizioni i pagamenti vengono immediatamente interrotti.
A proposito di pagamenti, l’importo della misura verrà erogato dopo il 26 gennaio 2024, per chi ha presentato domanda entro il 7 del mese e, per tutti gli altri, arriverà dal 15 febbraio.
Ma quali sono gli obblighi da rispettare per non rischiare la sospensione della misura? Come evitare di perdere l’Assegno di inclusione?
Quando viene sospeso l’Assegno di inclusione
I percettori dell’Assegno di inclusione, oltre ai requisiti richiesti di accesso al beneficio, devono anche rispettare alcuni obblighi che, se non assolti, possono portare all’interruzione immediata dei pagamenti.
Il primo tra tutti è quello che impone alle famiglie di recarsi presso i servizi sociali del comune di residenza, per la presa in carico e la sottoscrizione del patto di inclusione sociale.
Anche se, di norma, la convocazione viene effettuata dai servizi sociali, esiste comunque un limite di tempo entro cui l’appuntamento va comunque effettuato. Quindi, se la convocazione non arriva, è onere della famiglia presentarsi autonomamente.
Sottoscrivendo il Patto di attivazione digitale, i dati della famiglia vengono inviati al servizio sociale per l’analisi e la presa in carico dei componenti con bisogni complessi.
Una volta raccolti i dati, i servizi sociali hanno tempo 120 giorni per convocare i beneficiari e avviare il percorso di politica attiva e di inclusione sociale.
Oltre a questo, vi sono altri obblighi che se non rispettati portano alla sospensione del beneficio:
- Misura cautelare personale;
- Provvedimenti non definitivi di condanna;
- Latitanza;
- Accettazione dell’offerta di lavoro da 1 a 6 mesi.
Cosa rischia chi non si presenta ai servizi sociali
Torniamo al caso, forse più emblematico: la convocazione dei servizi sociali. Intanto, è bene ricordare che, a differenza di quanto previsto dal Reddito di Cittadinanza, ci sono alcuni componenti del nucleo familiare, compresi tra i 18 e i 59 anni d’età, che sono nella condizione di poter svolgere un’attività lavorativa. Si tratta di tutti quei soggetti senza disabilità e senza particolari carichi di cura, i cosiddetti attivabili al lavoro.
Quindi, è molto importante rispettare la scadenza di cui abbiamo parlato prima. In caso di mancata presentazione, l’Assegno di inclusione viene immediatamente sospeso.
Come rimediare? La misura verrà riattivata, ma solo quando si terrà l’incontro con i servizi sociali.
Non si tratta, quindi, di una situazione irreparabile. Si può senza dubbio evitare, ottemperando agli obblighi, ma, in caso di mancata presentazione, la misura verrà sospesa e, poi, riattivata una volta che si terrà l’incontro.
Quando decade l’Assegno di inclusione?
I beneficiari dell’Assegno di inclusione rischiano anche la revoca, ben più grave della sospensione. Se, la sospensione della misura è riparabile, la revoca comporta il venir meno del diritto alla prestazione e l’obbligo di restituire tutti gli importi indebitamente percepiti.
La revoca, infatti, opera retroattivamente e viene disposta per dichiarazioni omesse oppure mendaci nella domanda o nelle successive comunicazioni obbligatorie. I percettori della misura sono tenuti a comunicare obbligatoriamente eventuali variazioni del reddito, del patrimonio oppure della stessa composizione del nucleo familiare.
Quando si verifica la decadenza dell’Assegno di inclusione?
- Condanna in via definitiva del beneficiario per reati con pena non inferiore a un anno;
- Mancata sottoscrizione Patto per l’inclusione o patto di servizio personalizzato;
- Assenza ingiustificata a iniziative formative o altra iniziativa di politica attiva;
- Mancata accettazione di un’offerta di lavoro per i componenti del nucleo attivabili;
- Mancate o false comunicazioni che influirebbero sulla prestazione e mancata presentazione di una DSU aggiornata in caso di variazione nucleo familiare.