“Il motivo principale del rallentamento dell’economia europea e italiana è la restrizione monetaria, non solo in Europa ma a livello globale. Questa è una delle fasi rare in cui le principali banche centrali restringono le condizioni monetarie con effetto sulla domanda globale molto forte”: a puntare il dito contro la Bce e le sue politiche è il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’Abi. “Siamo in una fase di rallentamento ciclico – ha poi aggiunto – il trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l’Europa, anzi l’Italia ha racimolato qualche decimale di crescita e a livello europeo la crescita è stata negativa”.
Panetta avverte la Bce ma è ottimista sul futuro
Nonostante questo, ha proseguito Panetta, “c’è una spinta dai consumi e questo è positivo grazie alla tenuta dell’occupazione”. Sulla fine del 2023, invece, ha detto: “Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7 e nel 2024 sarà sotto l’1% per poi passare all’1% nel 2025”. Secondo il governatore della Banca d’Italia, “l’inflazione” nel nostro Paese “è sotto controllo, è tornata stabilmente sotto il 2%” e si prevede “che rimanga in media” sotto questa soglia “nel prossimo triennio”. Il triennio, infatti, è “l’orizzonte in cui la Bce calibra i suoi interventi”. Per il governatore, in ogni caso, è prevista “qualche ripresa dei salari”. “Io sono convinto che la disinflazione in atto sia forte – ha sottolineato ancora Panetta -. Non mi lancio in previsioni su quando si taglieranno” i tassi alla Bce “perché non lo so e se lo sapessi non ve lo direi”. Su quanto sta accadendo nel Mar Rosso, invece, ha dichiarato: “Al momento non vediamo un impatto macro, ma non possiamo escluderlo”.
Le parole di Panetta sono state accolte positivamente da Fratelli d’Italia. Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economico del partito di Giorgia Meloni ha commentato: “L’annuncio del Governatore Panetta è tra quelli che la nazione attendeva da più tempo, dopo mesi in cui le politiche Bce hanno diffuso incertezza monetaria. L’inflazione è finalmente sotto controllo e addirittura in prossimità dell’obiettivo statutario del Sistema europeo di banche centrali, ‘al di sotto ma vicino’ al 2% nel medio periodo. Come succede sempre più spesso, la realtà parla di un sistema economico solido, più forte di ogni profezia di sventura delle opposizioni”.