Autonomia differenziata ed ex Ilva sono i temi preferiti dall’opposizione negli ultimi giorni per attaccare il governo. Ed è quello che fa anche Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato, denunciando i “danni”, come lui li definisce, che farà la riforma promossa dal leghista Calderoli, e le bugie dell’esecutivo su Arcelor Mittal.

Autonomia differenziata, Boccia (Pd): “Stanno approvando una riforma senza avere le risorse”

Opposizione sempre più compatta contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata approdato in Senato nella giornata di ieri.

Dopo la manifestazione del Pantheon a Roma, dove si sono ritrovati tutti i leader – da Giuseppe Conte a Elly Schlein, fino a Nicola Fratoianni – la linea dei partiti di opposizione sembra chiara e, soprattutto, univoca. Si denuncia, infatti, una riforma che rischia seriamente di spaccare il Paese, enfatizzando le disuguaglianze che già lo caratterizzano.

Al di là del merito, però, è anche il metodo a scatenare la disapprovazione della minoranza parlamentare. Secondo Francesco Boccia, infatti, la riforma è parte di “uno scambio politico che “farà solo danni” al Paese.

“Fratelli d’Italia chiede sostegno su un premierato che fa acqua da tutte le parti, perché Giorgia Meloni e il suo partito hanno un unico obiettivo, che è quello di comandare dentro le istituzioni della Repubblica, e non di rappresentarle”.

Uno scambio reso possibile, secondo il capogruppo del Pd al Senato, anche dalla ‘debolezza’ della Lega di Matteo Salvini, che punta a recuperare consensi al Nord proprio grazie a un’autonomia differenziata in favore delle regioni settentrionali.

“Salvini non ha più consensi nel Mezzogiorno e, quindi, lo abbandona al proprio destino, cercando di recuperare il consenso di un tempo al nord. Ma quel nord non esiste più. Non ci sono più i celtici né la devoluzione scozzese cara a Calderoli”.

La critica più pesante, però, Boccia la rivolge all’assenza di risorse che caratterizza questa riforma del governo Meloni, che non farà altro che provocare danni a livello dei servizi al cittadino.

Stanno approvando una norma senza un centesimo e tutto questo provocherà una cristallizzazione delle disuguaglianze, sul trasporto pubblico locale, su sanità, scuola e assistenza, dai bambini con gli asili nido agli anziani”.

Boccia sull’ex Ilva: “Rapporto solido del governo con ArcelorMittal? La fine è diversa”

Boccia è altrettanto duro con l’esecutivo quando affronta la questione dell’ex Ilva.

L’uscita di scena di Arcelor Mittal è vista come l’ennesimo fallimento del governo Meloni in una vicenda ritenuta fondamentale per il sistema industriale italiano. Un fatto che, secondo il capogruppo Pd al Senato, è solo la punta dell’iceberg di mesi di non detti e ambiguità che lasciavano presagire il disastro che poi si è verificato.

“Il governo diceva che il rapporto con Arcelor Mittal era molto solido. Poi, però, il ministro Fitto firmava, all’insaputa dei ministri Giorgetti e Urso, un memorandum, che nascondeva anche all’amministratore delegato. Grazie a quest’ultimo, stanco di essere all’oscuro di quello che accadeva tra una parte del governo e i soci franco-indiani, abbiamo scoperto che non c’era uno straccio di progetto industriale […] A Mittal non è mai interessata né Taranto né l’Italia. L’unica cosa che le interessava era comprare quote di mercato per non farle comprare a concorrenti”.

Ora Boccia richiede con forza lo stanziamento di un “fondo straordinario di un miliardo per sostenere l’amministrazione straordinaria, garantendo le imprese creditrici dell’indotto. Una condizione essenziale per evitare un disastro ancora peggiore.

“Se si va in amministrazione straordinaria e non si garantiscono le risorse alle imprese creditrici, facciamo un altro ‘crack’ e Taranto, come l’Italia e, in generale, il settore siderurgico, non se lo possono permettere”.