Dalle giovanili alla prima squadra. Quattordici stagioni da professionista con la maglia dell’Inter addosso, Graziano Bini è esattamente quella che si definisce una bandiera. In nerazzurro ha vissuto praticamente tutta la sua vita calcistica, collezionando 233 presenze, dal 1971 al 1985 e indossando anche la fascia di capitano. A Milano si è tolto le soddisfazioni più grandi e ha vinto uno scudetto e due volte la Coppa Italia, rimanendo incredibilmente legato e tifoso di questi colori. Per commentare la stagione della squadra di Inzaghi e l’impegno in Supercoppa, a partire da Inter-Lazio, Bini è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inter-Lazio, Bini a Tag24
Una partita dopo l’altra, senza mollare e rinunciare a nessun obiettivo. L’Inter è concentrata sul campionato e sa bene che non può distrarsi, perchè la Juventus è pronta e tendergli l’agguato, ma ora deve staccare la spina dalla Serie A e pensare solo alla Supercoppa. Una partita per approdare in finale, l’altra per vincere il primo trofeo della stagione. Inzaghi chiederà ai suoi ragazzi di stringere i denti e di archiviare la stanchezza, con due gare fatte bene è certo di poter rientrare a Milano con la Coppa. Il primo ostacolo, sul cammino dei nerazzurri, si chiama Lazio. Appuntamento a Riad, venerdì sera, alle ore 20.00 per la Final Four. Per commentare la nuova edizione della Supercoppa e la prima gara, Inter-Lazio, Bini, che dei nerazzurri è stato una bandiera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Si entra nel vivo della Supercoppa italiana, domani il primo match tra Napoli e Fiorentina e poi, venerdì, Inter-Lazio. I nerazzurri sono la squadra da battere oppure, essendo gara secca, non ci sono favorite?
“E’ chiaro che la gara secca si affronta in maniera diversa rispetto a quanto vediamo, ad esempio, in campionato. Però penso che la rosa dell’Inter sia talmente ampia, profonda e forte, da restare comunque competitivi e se vogliamo i favoriti, anche per questo trofeo”.
Le piacciono le novità di questa competizione?
“Assolutamente no, e vi dico addirittura che non la guarderò queste partite perchè non è questo il calcio che mi piace. Hanno aggiunto una partita inutilmente e non sono d’accordo con queste cose. Si gioca lontano, per prendere giustamente tanti soldi, ma giocano già troppo a mio parere e alcune cose si potrebbero benissimo evitare”.
Tra un paio di giorni però, la squadra di Inzaghi dovrà affrontare la Lazio. Cosa teme dei biancocelesti? e cosa si aspetta dall’altra semifinale?
“La Lazio è una squadra pericolosa da affrontare, perchè se la trovi in giornata diventa un bel problema. Può essere una formazione molto ostica da affrontare, ma è imprevedibile. Finora aveva avuto grosse difficoltà a trovare continuità, ma ora è reduce da parecchie vittorie e avrà trovato anche entusiasmo e fiducia. Per quel che riguarda invece Napoli-Fiorentina, direi che in questo momento mi convince di più la viola”.
Testa al campionato: la lotta scudetto
L’Inter sta dimostrando di essere la squadra più forte in campionato, ma la Juventus non intende mollare. Sarà corsa a due fino alla fine oppure i nerazzurri avranno la possibilità di staccarsi, a lungo andare?
“Per ora non possiamo far altro che aspettare, perchè molto dipenderà dai tanti impegni dell’Inter. Prima di tutto si deve avere la fortuna di non avere infortunati, perchè questo potrebbe influire molto negativamente. Un calo di prestazioni, durante l’anno, arriva a chiunque. Bisognerà vedere quanto durerà questo calo e in che momento della stagione arriverà. Certamente la Juventus, a vantaggio dell’Inter, non ha competizioni extra rispetto al campionato, non ha le Coppe e i giocatori sono meno impegnati. E’ ovviamente più semplice che nessuno si faccia male. Penso comunque che competeranno per il titolo fino alla fine”.
A trascinare la squadra ci pensa capitan Lautaro? Quanto è maturato con la fascia al braccio?
“Prima di tutto va detto che Lautaro è migliorato tantissimo tecnicamente. Ora difende bene la palla, cosa che nei primi tempi in nerazzurro non faceva assolutamente. Questa fascia da capitano, sicuramente, lo ha responsabilizzato molto e gli ha fatto un gran bene”.