Sabato 21 gennaio 1984 a Roma, la 17enne Katy Skerl esce di casa con un borsone per partecipare a una festa, accompagnata dal fratello Marco. Si unisce agli amici a Largo Cartesio, trascorre qualche ora con loro, poi prende nuovamente il borsone e si dirige verso un appuntamento con Angela, l’amica con cui avrebbe trascorso la notte. Le due ragazze avevano concordato di incontrarsi alla fermata Lucio Sestio, ma Katy, in ritardo, doveva affrontare un’ora di viaggio con i mezzi pubblici per raggiungere il luogo dell’appuntamento.

Tuttavia, uscita da Largo Cartesio, Caterina scompare senza lasciare traccia, richiamando alla mente il caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, entrambe scomparse otto mesi prima. La differenza sta nel fatto che Katy viene ritrovata il giorno successivo, cadavere, in una vigna di Grottaferrata. Accanto al suo corpo si trova il borsone con cui era uscita, ma mancano i biglietti dei mezzi pubblici che avrebbe dovuto prendere. L’assassino l’ha strangolata utilizzando un filo di ferro e la cinghia del suo stesso borsone, costringendola a giacere a faccia in giù. L’ha trattenuta con forza, spingendo il ginocchio sulla schiena con tale violenza da sfondarle le costole. Nonostante la brutalità dell’atto, i medici non riscontrano segni di violenza sessuale.

Caso Katy Skerl, cosa c’entra con la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori?

La madre, devastata, descrive Katy come una giovane dolce e ingenua, una “bambina” che giocava con le bambole, priva di nemici o fidanzati, vissuta tra sogni e poesie. Inizialmente, sospetti ricadono su Maurizio Giugliano, un serial killer sadico attivo in quel periodo, ma le indagini escludono il suo coinvolgimento, e Giugliano trascorre i suoi giorni in un manicomio criminale.

Per molti anni, non emergono nuove piste investigative fino al 2014, quando una segnalazione collega il caso di Katy Skerl a quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La figlia del complice dell’attentatore del Papa Giovanni Paolo II, Snejna Vassilev, condivideva i banchi di scuola con Katy.

Questo dettaglio solleva l’ipotesi che il caso Skerl sia collegato a quelli di Mirella ed Emanuela, i cui sequestri furono rivendicati nel novembre 1984 dall’organizzazione turca dei Lupi Grigi, a cui Alì Agca apparteneva.

Gli inquirenti iniziano a indagare su questo nuovo filo conduttore, cercando di gettare nuova luce sulle misteriose scomparse.

Cosa c’entra la Banda della Magliana con Katy Skerl?

Nel contesto del caso Gregori-Orlandi, la pista dei Lupi Grigi era stata abbandonata dopo le dichiarazioni di un pentito della Banda della Magliana, Antonio Mancini, che aveva affermato che il gruppo criminale aveva preso entrambe le ragazze. Questa testimonianza era stata confermata da Sabrina Minardi, ex amante del boss Renatino De Pedis. Secondo i pentiti, il riciclaggio di denaro da parte dello Ior proveniente dalla Magliana aveva portato al rapimento di Emanuela e Mirella come un messaggio di pressione al Vaticano. Ciò solleva la domanda se anche Katty Skerl fosse stata coinvolta come strumento di ricatto.

La figura controversa di Marco Fassoni Accetti, fotografo romano, si inserisce in questo contesto. Si era autoaccusato di aver rapito Emanuela e Mirella per conto di una “lobby di controspionaggio” legata a una fazione vaticana contraria alla politica anticomunista di Papa Wojtyla. Nella sua narrazione, il rapimento delle ragazze sarebbe stato un mezzo di pressione. Tuttavia, la Procura non crede alle sue affermazioni e lo incrimina per calunnia e autocalunnia.

Accetti, noto anche per aver investito e ucciso il 12enne Jose Garramon, figlio di un ambasciatore uruguaiano, va oltre, dichiarando di avere informazioni sulla morte di Caterina Skerl: nell’ambito dei poteri sotterranei, la fazione avversa a quella per cui operava Accetti nel controspionaggio avrebbe ucciso Katy come atto di vendetta.