Mutui, perché alcuni di quelli a tasso variabile non sono ancora scesi nella rata di gennaio 2024 a differenza degli altri prestiti a tasso fisso (e di altri a tasso variabile) e da quando inizieranno a scendere? A fare la differenza dei mutui a tasso variabile sono le metodologie secondo le quali gli istituti bancari effettuano la rilevazione del valore degli indici. A tal proposito, il tasso variabile del mutuo è determinato da due pilastri.

Il primo è rappresentato dall’indice Euribor, che può avere differente durata; il secondo dallo spread applicato dall’istituto bancario. Solo quest’ultimo non è suscettibile a variazione. L’indice Euribor risente, invece, delle fluttuazioni del mercato dei tassi e, per la rilevazione di questi ultimi, delle modalità e dei tempi di rilevazione. Tuttavia, anche chi non avesse rilevato nella rata di gennaio 2024 una diminuzione del tasso di interesse, potrebbe averne evidenza già a partire dalla rata di febbraio prossimo. 

Mutui, perché quelli del tasso variabile non sono ancora scesi a gennaio 2024 e quando diminuiscono

Non sono ancora diminuiti per alcuni soggetti che hanno stipulato un mutuo per l’acquisto della casa, i tassi di interesse variabili rispetto a quelli fissi o, comunque, anche in rapporto agli stessi variabili. Le spiegazioni di quella che potrebbe essere intesa come un’anomalia va ricercata nelle variazioni degli indici Euribor e nelle modalità secondo le quali le banche rilevano questi indici. 

Infatti, molti degli indici Euribor si sono mossi di valori impercettibili in attesa di capire quali saranno effettivamente le intenzioni della Banca centrale europea (Bce) in merito alla discesa dei tassi di interesse, appena iniziata. 

Si prenda, ad esempio, l’indice Euribor a tre mesi di un mese fa con valore del 3,92 per cento, rispetto all’attuale 3,93 per cento. Di certo, la percentuale è più bassa del 4 per cento al quale l’indice era arrivato nei periodi di maggiore picco al rialzo, ma la differenza tra le rilevazioni attuali tra indici è talmente ridotta che le fluttuazioni della rata mensile dei mutui diventa impercettibile. 

Di conseguenza, molti che attualmente hanno un mutuo a tasso variabile non hanno rilevato la riduzione del proprio tasso per i valori bassi. Per differenze al ribasso più consistenti, comunque, non ci sarà molto da attendere. Ma per verificarlo sulla propria rata di mutuo è necessario conoscere anche ogni quanto tempo la propria banca aggiorna l’indice Euribor. 

Andamento Euribor per chi ha un mutuo per l’acquisto di una casa 

Ad esempio, l’indice Euribor a tre mesi può richiedere del tempo per i nuovi valori più aggiornati. Infatti, l’indice era stato aggiornato a metà settembre 2023 per il calcolo della rata dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, e poi, nuovamente, a metà dicembre per le rate del primo trimestre del 2024, motivo per il quale i clienti hanno avuto modo di notare che l’Euribor di settembre fosse più basso di quello di dicembre.

Pertanto, per le prime tre rate del 2024 le rate di questi clienti potrebbero risultare più alte rispetto a quelle dell’ultimo trimestre del 2023, in attesa dell’aggiornamento dell’indice Euribor che, finalmente, abbia un andamento al ribasso. Lo stesso andamento può essere percepito da chi abbia un mutuo a tasso variabile con Euribor a sei mesi. L’indice di giugno del 2023 era più basso di quello di dicembre scorso, con ricaduta nel primo semestre del 2024. 

Mutui a tasso variabile gennaio 2024, quando diminuiranno tassi di interesse e rata mensile? 

In ogni modo, queste differenze di rilevazione dei tassi sui mutui variabili dovrebbero assottigliarsi nel giro di pochi mesi. La buona notizia è, dunque, che i clienti delle banche che hanno stipulato un mutuo variabile dovrebbero, tutti, avere la percezione di una più consistente caduta dei tassi di interesse sui mutui nei prossimi mesi.

Tale riduzione dovrebbe accentuarsi man mano che la Banca centrale europea (Bce) dovesse continuare, con più decisione, la politica inversa a quella perseguita fino alla fine del 2023, ovvero di riduzione dei tassi di interesse, ora che l’inflazione sembrerebbe essersi stabilizzata.