Sono passati 40 anni dalla morte di Catherine “Katy” Skerl, la studentessa 17enne ritrovata strangolata a Grottaferrata (Roma), il 22 gennaio 1984, ma ancora oggi il colpevole non ha ancora un nome.
Chi ha ucciso Katy Skerl?
Quattro decenni di indagini non sono bastati per far luce sull’omicidio di Katy Skerl.
La tragica vicenda di Katy ha inizio in un appartamento di Largo Cartesio, a Roma, il 21 gennaio 1984, animato da musica di sottofondo e la presenza di molte persone in occasione di una festa di compleanno.
Il giorno successivo, Katy avrebbe dovuto recarsi sul monte Terminillo, nel Reatino, insieme all’amica Angela. Le due avevano stabilito di incontrarsi alla fermata della Metro A Lucio Sestio. Portando con sé un borsone con un cambio per la notte da trascorrere con l’amica, Katy saluta gli amici della festa e esce dall’appartamento di Largo Cartesio alle 18:30. Da quel momento, la giovane di 17 anni sembra scomparire nel nulla.
Angela, in ritardo, arriva alla fermata Lucio Sestio alle 18:45, ma non trova Catherine. Aspetta, ma le ore passano e Katy non si presenta. Preoccupata, Angela chiama a casa Skerl, in via Isidoro del Lungo a Monte Sacro. Alexander Skerl, il fratello, risponde al telefono. Il padre è trasferito negli Stati Uniti, e la madre non è in casa. “È andata a una festa”, risponde Alexander, senza sapere altro. Dove si trova Catherine?
Il ritrovamento del corpo di Katy Skerl
La risposta arriva il 22 gennaio 1984 alle 9:30. Il cadavere di Katy Skerl viene scoperto a Grottaferrata, in via Rocca di Papa, da un contadino di nome Angelo Urbanelli. Il corpo della giovane giace con il volto schiacciato sul fango, nei pressi di un vigneto. L’assassino ha strangolato Katy con un filo di ferro arrugginito e una cinghia del suo borsone. Successivamente, ha esercitato una pressione così intensa con un ginocchio sul suo corpo da frantumare la cassa toracica.
Le indagini sull’omicidio
La persona responsabile della morte di Katy Skerl potrebbe aver conosciuto quei luoghi e aver indotto la ragazza a seguirlo, sfruttando la sua fiducia. Tali luoghi sono raggiungibili solo con un’auto, e dato che Catherine aveva appena 17 anni, non possedeva la patente né un’auto.
Gli investigatori seguiranno diverse piste per individuare l’assassino di Katy Skerl. Una di queste conduce al serial killer Maurizio Giugliano, noto come “il lupo dell’Agro Romano”, attivo nei suoi crimini da luglio 1983 a gennaio 1984. Sebbene i tempi coincidano, non emergono prove che collegano Giugliano all’omicidio di Katy Skerl.
Katy era un’attivista politica, iscritta alla FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana). Partecipava attivamente alle manifestazioni e esprimeva il suo impegno politico anche nel suo diario personale, dichiarando: “La rivoluzione è donna”.
Nel 1984, ancora si respirava l’aria degli anni di piombo, e l’attivismo politico era diffuso nelle grandi città italiane, soprattutto a Roma. Pertanto, gli investigatori esplorano la pista di una lotta tra “rossi” (comunisti) e “neri” (fascisti).
In particolare, i fascisti sembrano essere responsabili di un messaggio minatorio scritto sotto casa della giovane pochi mesi prima della tragedia: “Uccideremo Katty Skerl”. Alcune persone interrogate suggeriranno il coinvolgimento del gruppo “Il Panico”, noto per le sue attività neofasciste e la sua propensione alla violenza, con sede nel quartiere Trieste.