L’inizio della sua carriera è legato al teatro, ma Massimo Ghini, per farsi largo e trovare la sua strada, di gavetta ne ha dovuta fare parecchia. Attore, doppiatore e anche speaker radiofonico, ha avuto la capacità di spaziare dal cinema alla tv, tornando appena possibile nei tatri più importanti del Bel Paese. Protagonista di un’infinità di film e fiction di grandissimo successo, ha lavorato con i più grandi e ha ricevuto premi molto prestigiosi. Il suo cuore è da sempre giallorosso e per commentare la scelta della Roma, l’esonero di Mourinho e l’arrivo di De Rossi, Ghini è intervenuto in esclusiva a Tag24.
L’esonero di Mourinho, Ghini a Tag24
Nelle ultime ventiquattro ore, o poco più, a Roma è successo di tutto. L’arrivo di Friedkin, l’esonero di Mourinho e l’annuncio di Daniele De Rossi hanno mandato in confusione tutta la tifoseria giallorossa. Emozioni contrastanti: la delusione per il trattamento riservato allo Special One e la riconoscenza che il popolo romanista gli garantirà in eterno si alternano alla rabbia nei confronti della dirigenza e del presidente, troppo spesso assente dalla Capitale. Ma al tempo stesso anche l’amore e l’entusiasmo per il ritorno di un pezzo di storia, che senza esitare ha accettato questa sfida e che ora guiderà questa squadra. Insomma, sono giorni caotici, frenetici e per poter calmare gli animi, non si può far altro che aspettare il ritorno in campo di sabato contro il Verona. Per commentare l’esonero di Mourinho e l’arrivo di De Rossi, Ghini, grande attore e tifoso romanista, è intervenuto a Tag24.
Scossone inaspettato in casa Roma, cosa ne pensa dell’esonero di Mourinho?
“Da tifoso avrei aspettato la fine del campionato, se devo essere onesto. Togliere il condottiero a metà stagione, a una squadra, non è mai stato positivo. Non solo per la Roma, ma per nessuno. Sono storie che abbiamo già passato e con tutte le difficoltà e la sofferenza che stiamo vivendo, comunque avrei continuato. Poi alla fine del campionato e della Coppa, si sarebbero tirate le somme e si poteva decidere di conseguenza. Oggi invece si è deciso di mandare via un grande allenatore, con tutte gli ostacoli che ha incontrato e mi sembra anche offensivo nei suoi confronti”.
La squadra ora è stata affidata a Daniele De Rossi, come valuta questa scelta?
“Daniele è un amico, una persona che conosco da tanto tempo e a cui voglio un gran bene, sin da quando era capitan futuro. L’ho sempre seguito e apprezzato, anche da calciatore. Per lui questa è una prova di coraggio, si è preso una bella patata bollente, spinto dal grande amore e dal grande attaccamento alla maglia, alla Roma e a Roma. Siamo nati per soffrire e ci riusciamo benissimo. Non ho più parole nei confronti di questa squadra”.
Lei è più arrabbiato con la squadra o con la società?
“Ma sai, i giocatori in tutto questo non sono stati minimanente menzionati. Tutto sta nell’essere pro o contro Mourinho o De Rossi. Io non sono pro nè contro nessuno, sono solo un tifoso acceso della Roma, penso alla mia squadra e non mi devo schierare da nessuna parte. Mi sembra però, che tutti quelli che vanno via da qui, poi in un modo o nell’altro vincono. Parlo sia di calciatori che di allenatori. Che vuol dire questo? Forse è l’aria di Roma, o l’acqua magari. Fatto sta che c’è qualcosa che non funziona. Eppure lo stadio è uno spettacolo, sempre pieno e sold out”.
Questa è stata la più grande magia di Mourinho?
“Ricordiamoci che abbiamo vinto una Coppa, nella facile ironia di chi ha cercato di sminuire la Conference in ogni modo. Ora vediamo che tutti se la giocano con il coltello tra i denti, ma d’altronde l’ipocrisia nel calcio supera limiti indescrivibili. E non ci dimentichiamo che il sarto, perchè questo vuol dire Taylor in inglese, ci ha rubato l’Europa League. Ecco, Mourinho è stato l’unico che è andato a dirgli in faccia ciò che pensava di quell’ignobile arbitro inglese, che oggi è stato declassato anche dalla Premier League. Questo per dire che non è certo la solita lagna dei romanisti che si lamentano. Lì c’è stata una volontà precisa, di mandare qualcuno che non fosse in grado”.
Cosa ha sbagliato la società?
“I giocatori che vengono da noi non li vuole nessuno, perchè sono o a fine carriera o mezzi rotti. Questa è una domanda che vorrei fare non certo a Mourinho, ma alla presidenza. Questi americani, che sono arrivati come nei film a salvarci dai nemici, dove sono? Non parlano, non fanno una conferenza stampa, ma vorrei rassicurarli che noi parliamo bene inglese e li capiamo. Bisogna che qualcosa ce la dicano anche loro. Roma è diventata la stazione di posta di ‘Ombre rosse‘, il fil di John Ford. Racconta la storia della dirigenza che ogni tanto si ferma alla stazione di posta, cambia i cavalli e riparte. Così succede a noi, calciatori e allenatori che arrivano e se ne vanno. Come diceva Shakespeare, ‘c’è qualcosa di marcio in Danimarca‘ e qui c’è qualcosa che non funziona”.
Cosa si sente di dire a mister De Rossi?
“Ho tante fotografie meravigliose con Daniele, che ho evitato di postare perchè non volevo fare la figura di chi si deve obbligatoriamente mostrare e ho girato un film con sua moglie e ci siamo molto divertiti a Malta. Lo accolgo alla Roma a braccia aperte e non ho assolutamente nulla contro di lui, ma temo che possa bruciarsi. La prima parola che mi sento di dirgli, ancora una volta, è grazie. Si sta prendendo una patata estremamente bollente tra le mani e noi tifosi non possiamo che essergli riconoscenti”.
Da dove deve ripartire la Roma?
“Il problema non è Mourinho si o Mourinho no, ma questa presidenza, e io continuo a pensare sempre che non sia americana ma che ci sia altro, perchè come malignamente diceva Andreotti ‘a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina‘. Ora dobbiamo cercare ancora una volta di stringere i denti, di stringerci intorno a questa squadra che si chiama Roma, un marchio che puoi vendere ovunque nel mondo. Con tutto l’affetto e l’amore che ho voluto a Daniele, mi stringo intorno a lui. Siamo nati per soffrire e ci riusciamo benissimo, questo è lo slogan della Roma”.