“Magari ho sbagliato, ma non sono un’assassina”. Così Manuela Bianchi si è difesa dalle accuse ricevute in relazione all’omicidio della suocera Pierina Paganelli, trovata morta in via del Ciclamino, a Rimini, la mattina del 4 ottobre scorso. A riportare le sue parole è stata la tramissione televisiva “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele su Rai 1, che ieri aveva reso note anche le nuove dichiarazioni del marito Giuliano Saponi sul killer della madre anziana.

Manuela Bianchi torna sull’omicidio di Pierina Paganelli a “Storie Italiane”

Dalla tv passa questo: che io sono un’assassina, che potrei essere un’assassina, e per me è una cosa inconcepibile […]. Sono preoccupatissima per mia figlia, ma anche per mio marito, gliene ho parlato e lui ha la sua ferma decisione di non muoversi di qui e di aspettare, io non so cosa farò […]. Non mi sono comportata bene, ma non sono un’assassina, c’è molta differenza,

ha dichiarato nell’intervista mandata in onda questa mattina Manuela Bianchi, che il 4 ottobre scorso trovò il corpo senza vita della suocera sulla rampa d’accesso al garage del complesso residenziale di via del Ciclamino, dove, ancora oggi, vive insieme alla figlia di 16 anni e al marito Giuliano Saponi, tornato a casa dopo una lunga degenza a causa di un misterioso incidente subito lo scorso maggio.

Il riferimento è alla lettera anonima che secondo la trasmissione condotta da Daniele la donna avrebbe ricevuto nei giorni scorsi, in cui l’autore la accuserebbe di essere l’assassina di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate dopo essere rientrata con l’auto da un incontro di preghiera la sera precedente al ritrovamento del suo cadavere.

Fin dall’inizio, pur non essendo indagata, Bianchi figura, in effetti, tra i principali sospettati del delitto, insieme al fratello Loris e ai vicini di casa dell’anziana, Valeria Bartolucci e Louis Dassilva, il 33enne di origini senegalesi con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale. Tutti e quattro, negli scorsi mesi, sono stati interrogati e sottoposti ad accertamenti.

Sempre secondo “Storie Italiane” non apparterrebbe a loro il Dna rinvenuto sulla scena del crimine e sul corpo di Pierina. C’è chi, però, sulle loro posizioni, nutre dei dubbi. “Che non ci siano indagati non significa che non ci siano forti sospetti”, aveva detto, tra gli altri, l’investigatore privato Ezio Denti, sentito da Tag24 dopo aver rinunciato all’incarico di loro consulente.

Le dichiarazioni del marito Giuliano Saponi

Ieri anche il marito della donna, Giuliano Saponi, aveva commentato nuovamente la vicenda, spiegando di essere tornato sulla scena del crimine, il garage di via del Ciclamino, solo pochi giorni fa. All’inizio si pensava che la morte della madre potessere essere collegata all’incidente di cui l’uomo, il maggio precedente, era rimasto vittima dopo essere uscito di casa per recarsi sul luogo di lavoro.

Gli inquirenti alla fine lo hanno escluso, ma, così come non sono riusciti a fare chiarezza sull’omicidio, non ne hanno fatta sul sinistro, pur avendo avanzato dei sospetti su un furgone bianco ripreso dalle videocamere di sorveglianza nel tratto di strada interessato. Per fugare ogni dubbio bisognerà continuare ad indagare.

Il killer di Pierina Paganelli

Per risalire all’identità del killer dell’anziana si starebbero portando avanti diversi accertamenti. L’ipotesi è che conoscesse la vittima e le sue abitudini e che forse addirittura la odiasse. Dopo averla aspettata, l’avrebbe infatti colpita brutalmente, arrivando a manipolare la scena del crimine per fare in modo che si pensasse a un’aggressione a sfondo sessuale.

Potrebbe essere sua l’ombra ripresa dalla telecamera di una farmacia adiacente al complesso residenziale di via del Ciclamino. Nel filmato, successivo all’omicidio, si vedrebbe un uomo allontanarsi dallo stabile con qualcosa in mano, forse l’arma del delitto, un coltello da carne dalla lama di 15 centimetri mai ritrovato.

Il percorso che potrebbe aver compiuto è già stato ricostruito. Si attendono gli esiti delle analisi effettuate sugli oggetti sequestrati ai sospettati, tra cui anche degli asciugamani con probabili tracce ematiche rinvenuti a casa del padre dei fratelli Bianchi.