Gianmarco Gimbo Tamberi si trova in Sudafrica per la preparazione atletica. Il campione italiano di salto in alto, quindi, si è concesso un po’ di riposo e ha visitato un centro con diversi animali, tra cui un cucciolo di leone. “Gimbo” lo ha preso in braccio, lo ha baciato e ha pubblicato tutto sui social con una foto e un video. Questo, però, non è concesso e è arrivata una bufera di critiche per il campione olimpico. Nei vari commenti c’è quello di un’etologa, Chiara Grasso, che gli ha spiegato perché si tratta di un comportamento errato quello di Tamberi di baciare un leone in Sudafrica.

Gaffe di Tamberi in Sudafrica con un cucciolo di leone: le parole dell’etologa

Di seguito il lungo messaggio dell’etologa che gli ha spiegato i vari motivi del comportamento sbagliato da parte del campione azzurro. Ha comunque aggiunto che è sicura fosse un errore in buona fede come fanno anche tanti altri turisti che non conoscono la situazione reale. Tante ricerche scientifiche, infatti, hanno dimostrato che in tutte queste strutture in cui si può interagire con gli animali selvatici, in realtà c’è un secondo fine. Non sarebbero dei veri centri di recupero e anche se lo fossero non sarebbero comunque reinseribili in natura. Le sue parole:

Oh no!!! Ciao caro. Sono un’etologa (laureata in comportamento e benessere animale) e da anni mi occupo di turismo sostenibile ed etico con la fauna selvatica. Mi hanno segnalato il tuo post e purtroppo devo arrivare a fare la scienziata antipatica. Sicuramente nella tua scelta di visitare questo centro c’è stata una fantastica buona fede che molti altri turisti come te hanno, ma purtroppo c’è ancora molta disinformazione su questi falsi santuari. Infatti tantissime nuove inchieste e ricerche scientifiche hanno dimostrato che tutte le strutture in cui sono ospitati animali selvatici in cattività e in cui è possibile interagire con loro non sono veri centri di recupero, questo poiché gli animali selvatici anche se recuperati (sempre che lo siano davvero) e anche se non possono essere reinseriti in natura non devono MAI interagire con l’essere umano. In alcun modo“.

A livello scientifico, infatti, ha spiegato l’etologa Chiara Grasso, è un comportamento sbagliato quello di Tamberi:

“Una specie selvatica è una specie, infatti, che non ha subito una co-evoluzione con l’essere umano, pertanto ogni tipo di interazione è un’azione innaturale ed insana che esula dal repertorio comportamentale specie-specifico”.

L’etologa: “Probabilmente è una struttura che sfrutta gli animali”

Chiara Grasso ha anche messo in rilievo un quesito: potrebbe infatti essere una struttura che sfrutta gli animali e che in realtà non sta cercando di “recuperare” l’animale. Anzi, probabilmente ci specula sopra proprio perché sono presenti dei cuccioli:

“Per concludere, quindi, sebbene le tue azioni sono state spinte da buon cuore, purtroppo hai scelto una struttura che ancora sfrutta gli animali, che si maschera da centro di recupero ma probabilmente in realtà, ci specula sopra, soprattutto per la presenza di cuccioli”.

Ha poi concluso parlando delle farm che ormai sono illegali in Sudafrica dato che spesso si passa dal biberon al fucile. L’etologa ha comunque ringraziato Tamberi:

“Considera che in teoria in Sudafrica da qualche anno sono illegali le farm con i cuccioli di leoni usati per turismo, proprio per gli scandali della caccia in scatola dove i leoni una volta adulti, dal biberon passano direttamente al fucile. Sarebbe bene non sponsorizzare e legitimizzare questo tipo di turismo. Grazie per avermi letto, rimango a disposizione se hai ulteriori dubbi :)”