Il voto in Veneto sul “Fine vita” si è rivelato un discreto scossone per la maggioranza, proprio su uno di quei temi su cui la destra conservatrice sembra essere a tenuta stagna. Non è dunque un contrasto come tanti e suscita quantomeno curiosità quello emerso in casa Lega, soprattutto in questi giorni in cui si decide (a fatica) il piano d’azione in vista delle elezioni regionali. Una falla che la macchina si affretta a chiudere, dicendo che la legge proposta dall’associazione “Luca Coscioni” non è passata in Veneto anche per la spaccatura “di quegli altri”. Dell’opposizione. E allora perché, da ieri sera, quella tra Luca Zaia e Matteo Salvini sembra una partita di tennis?

Lega spaccata sul Fine vita, le posizioni di Luca Zaia e Matteo Salvini

Il primo alla battuta è stato proprio il governatore. “Il migliore in Italia”, come ripetono spesso dal Carroccio, che cita proprio Zaia come paradigma quando c’è da esprimersi sul terzo mandato per i presidenti di regione. In un’intervista al “Corriere della Sera”, Zaia si affretta però a spiegare:

Dovevamo votare su un tema etico, non politico. Ognuno si è espresso secondo coscienza. Per quanto riguarda la Lega non abbiamo mai fatto una riunione per contare i voti. Avrei trovato vomitevole il contrario.

I pareri discordanti nella Lega, quindi, sarebbero per il governatore gli stessi di qualsiasi altro consesso. Non solo di un partito politico.

Rispetto tutte le posizioni. Anche quelle di chi non ha avuto rispetto per le mie. A chi mi riferisco? A chi nega l’evidenza, agli ipocriti che fingono di non vedere che il suicidio assistito c’è già, ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo.

Salvini: “Anch’io avrei votato No”

“Il nostro partito non è una caserma“, ha detto il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ospite di “Agorà“, su Rai 3.

La mia posizione è assolutamente chiara – ha detto il vicepremier – la vita va tutelata dall’inizio, da prima della culla, alla fine. Bisogna garantire tutte le cure necessarie alle future mamme e a coloro che sono in difficoltà, alla fine dei loro giorni, senza arrivare ai livelli olandesi della morte per procura. Il Consiglio regionale del Veneto ha votato, questa è democrazia. Hanno vinto i ‘no’. Io dico che avrei votato anche io in quel senso lì.

C’è però chi dice “No”, ed è anche vicino a Salvini.