Quando si presenta la domanda di Assegno unico, può capitare che l’Isee sia sbagliato, difforme o con omissioni.

Dal mese di novembre 2023, l’Inps ha versato l’importo base della misura anche ai beneficiari che hanno presentato la domanda con Isee difforme o con omissioni.

Fino a quando il contribuente non provvederà a rimediare, continuerà a ricevere solo l’importo base della prestazione e non quella che realmente gli spetta, proprio in funzione dell’Isee.

L’Inps, inoltre, ha fornito tutti i chiarimenti necessari e le indicazioni in fatto di erogazione dell’Assegno in presenza di Isee sbagliato, con la pubblicazione dei messaggi n. 2856/2023 e 2913/2023.

Cosa fare per rimediare?

Cosa fare se la domanda di Assegno unico è con Isee sbagliato

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) è uno dei parametri fondamentali per determinare l’importo spettante dell’Assegno unico. L’Isee deve essere aggiornato annualmente, per poter continuare a ricevere l’importo effettivamente spettante dell’Assegno unico.

In assenza di Isee o in presenza di Isee sbagliato, i beneficiari riceveranno solo l’importo minimo della misura. L’importo dell’Assegno unico dipende proprio dal valore dell’Indicatore.

Fatta questa premessa, la domanda per l’Assegno unico e universale viene istruita sulla base dell’Isee, anche se questo contiene errori o omissioni.

Si tratta di una situazione delicata, sfavorevole soprattutto per il beneficiario, ma ci sono tre soluzioni attuabili. Cosa fare?

  • Si possono presentare all’Inps i documenti comprovanti la completezza e la veridicità dei dati indicati nella dichiarazione;
  • Si può presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu);
  • Se la domanda è stata presentata dal Caf, gli si può richiedere la rettifica della Dsu con effetto retroattivo. Ciò è possibile, però, solo se la difformità dipende da un errore materiale in fase di compilazione dell’attestazione.

Come dimostrare che l’Isee non è difforme o con omissioni

Quando ci si trova in situazioni di questo tipo, per correggere l’Isee bisogna capire se le omissioni riguardano il patrimonio oppure i redditi.

Se gli errori riguardano il patrimonio, l’interessato deve fornire all’Inps la documentazione bancaria o dell’intermediario, per dimostrare la correttezza di quanto dichiarato.

In questo caso, si può anche consegnare una eventuale denuncia alle autorità, in cui viene affermato che il rapporto sia stato aperto all’insaputa del titolare. In alternativa, anche i documenti attestanti che il rapporto non dichiarato nella Dsu sia stato già chiuso in precedenza.

Qualora il problema dipenda dalla documentazione rilasciata dall’Agenzia delle entrate a dimostrazione che la difformità oppure l’omissione non è valida. Si può fare l’esempio di una Certificazione unica errata rilasciata dal datore di lavoro e, solo in seguito, corretta.

Quando arriva il conguaglio con gli arretrati

Una volta ricevuta la documentazione, l’Inps provvede ad eseguire tutti i controlli necessari. Se ritiene che il contribuente sia nel giusto, allora effettua i calcoli per far sì che il beneficiario riceva l’importo realmente spettante.

Per le mensilità in cui l’Assegno sia stato versato con l’importo minimo, l’Inps provvede ad erogare anche le integrazioni spettanti.

Qualora l’Isee venga regolarizzato entro la fine dell’anno, il nucleo familiare beneficiario riceverà tutta le mensilità per intero per i mesi in cui ha ricevuto l’importo minimo tramite conguaglio.

Cosa accade se non si regolarizza la propria posizione entro la fine dell’anno? Se non si provvede in tal modo, i nuclei familiari beneficiari devono restituire le somme ricevute eventualmente in eccesso nei mesi in cui la prestazione è stata percepita per intero, prima che la misura fosse riproporzionata dall’Inps all’importo base.

Ricordiamo, infine, che l’Inps ha pubblicato il calendario dei pagamenti dell’Assegno unico per il semestre gennaio-giugno 2024. Sono già note, quindi, le date di pagamento dell’Assegno unico del mese di gennaio.