Le blockchain di prima generazione hanno grandi difficoltà a stabilire interazioni tra di esse. I vari ecosistemi, di conseguenza, si ritrovano praticamente isolati, senza possibilità di scambiare informazioni. Per cercare di bypassare questo problema, molti sviluppatori si sono quindi dedicati nel corso degli ultimi anni all’interoperabilità cross-chain, tesa a consentire il flusso di dati e valore, in modo da permettere alla tecnologia blockchain una diffusione sempre più larga.
Interoperabilità cross-chain: di cosa si tratta?
Per interoperabilità cross-chain si intende la capacità delle blockchain di stabilire relazioni tra di loro. Grazie ad essa, gli smart contract delle diverse reti possono stabilire una linea di comunicazione senza alcuna necessità di dover impiegare token. In tal modo viene favorito il processo di integrazione che sfocia in un’esperienza utente semplificata.
Una soluzione la quale preveda l’interoperabilità consente a qualsiasi attività che ha luogo su una blockchain di essere rappresentata su un’altra catena. Grazie ad essa, le applicazioni possono funzionare con qualsiasi token o servizio, a prescindere dalla rete in cui avviene l’operazione.
Per gli sviluppatori, si tratta di un vantaggio notevole. Invece di distribuire singolarmente una DApp di un exchange decentralizzato (DEX) sulle reti Ethereum, BNB Chain e Polygon, coniando ogni volta i token necessari all’operazione sulla nuova blockchain, dopo aver condotto a termine il burn di quelli originari, lo si può fare evitando questi passaggi. Il risultato è un risparmio non solo in termini di tempo, ma anche di costi.
Quali sono i vantaggi e quali i limiti dell’interoperabilità cross-chain
Le blockchain di prima generazione non erano in grado di comunicare tra di loro. Per poter condurre una transazione gli utenti dovevano rassegnarsi ad un processo lento e costoso, tale da rivelarsi un freno per l’adozione della tecnologia DLT.
Il lavoro che è stato condotto dagli sviluppatori per sanare questo difetto si è tradotto in nuove soluzioni, caratterizzate dall’interoperabilità cross-chain. I vantaggi che ne conseguono sono del tutto evidenti. Le transazioni tra le diverse reti senza alcuna necessità di ricorrere a intermediari centralizzati scorrono senza eccessivi problemi.
L’esperienza utente, grazie alla capacità di comunicare tra loro delle nuove catene, è notevolmente migliorata. L’ecosistema che ne deriva è meno frammentato ed è in grado di favorire l’affermazione di nuovi modelli di business. Nuovi modelli più performanti rispetto ai vecchi.
Se questi sono i vantaggi prospettati dall’interoperabilità cross-chain, sull’altro piatto della bilancia occorre però mettere alcuni limiti di rilievo. Il primo dei quali è rappresentato dalla sfida in termini di complessità tecnica posta dalle nuove blockchain. Una sfida tale da andare ad interessare molti ambiti, a partire da quello relativo alla sicurezza. Sfide le quali dovranno essere vinte per permettere agli utenti di godere realmente dei vantaggi ricordati.
Conclusioni
L’introduzione di nuove reti in grado di stabilire proficue comunicazioni tra di esse rappresenta un notevole passo in avanti per il settore blockchain. La prima fase dell’innovazione finanziaria, al di là del grande entusiasmo generato dall’avvento di Bitcoin, è stato caratterizzato da problemi che ne hanno rallentato la diffusione.
Per riuscire a portare il settore in un territorio più agevole, gli sviluppatori hanno quindi lavorato su soluzioni più performanti. Tra di esse, per risolvere un problema vistoso come quello derivante da transazioni farraginose e costose, l’interoperabilità cross-chain.
Con l’introduzione di soluzioni come Axelar, BTC Relay, Hyperlane e, soprattutto, Solana, la situazione è andata notevolmente migliorando. Le transazioni rese possibili da questi sistemi sono più rapide e meno costose, consentendo un’esperienza utente migliore. I vantaggi collegati all’interoperabilità cross-chain sono quindi innegabili.
Resta però da capire se questa risposta sia effettivamente in grado di risolvere il problema iniziale o se, al contrario, non sia necessario un salto di qualità anche in termini di sicurezza e processi di governo. Le varie blockchain, infatti, presentano diversità da tenere in conto, in termini di linguaggi di programmazione e meccanismi di consenso. Ancora è presto per capire se non presentino problemi, e di quale genere.