Ha patteggiato 40 giorni di reclusione e 100 euro di multa, venendo condannato al pagamento di 500 euro totali Adamo Guerra, il 55enne originario di Imola che nel 2013 finse il suicidio, abbandonando la moglie e le due figlie e rifugiandosi in Grecia, dove lo scorso anno è stato rintracciato grazie alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Era accusato di violazione degli obblighi familiari.

Condannato a una multa di 500 euro Adamo Guerra: nel 2013 finse il suicidio

Secondo i giudici, il 55enne avrebbe privato le figlie – all’epoca dei fatti ancora minorenni – delle cure che avrebbe dovuto assicurargli in quanto genitore. Per questo Adamo Guerra è stato condannato a pagare una multa di 500 euro dopo aver patteggiato la pena con la Procura competente. La sua storia era salita alla ribalta delle cronache lo scorso anno.

Dopo numerose ricerche, la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” era infatti riuscita a rintracciare l’uomo all’estero, sull’isola greca di Patrasso. Stando a quanto ricostruito, ci si era recato nel 2013, dopo aver finto il suicidio lasciando ai familiari una commovente lettera in cui scriveva di volersi togliere la vita, facendo ritrovare la sua auto nei pressi del lago di Lugo, dove si pensava che si fosse buttato.

Sembra che si fosse iscritto all’Aire, l’elenco degli italiani residenti all’estero. Ma indizi su una sua presunta vita oltralpe circolavano già da tempo, in Italia: nel 2016 l’ex moglie Raffaela Borghi aveva ricevuto una segnalazione proprio dalla Grecia, denunciandolo. Il consolato italiano ad Atene aveva escluso, però, che si trattasse di lui.

La segnalazione era poi stata confermata nel 2022 quando, dopo aver avviato le pratiche per il divorzio (andato in porto lo scorso dicembre), l’avvocato della donna era riuscito a rintracciarlo, facendole sapere dove si trovasse. Lei non si era data per vinta e in tutti i modi aveva provato a mettersi in contatto con lui.

Le scuse alla famiglia dopo 10 anni dalla sua scomparsa

Dopo essere stato rintracciato, a un inviato di “Chi l’ha visto?” che l’aveva raggiunto in Grecia Guerra aveva chiesto di far finta di niente. Quando il suo castello di bugie era crollato, aveva poi deciso di mettersi in contatto con Raffaela Borghi e le due figlie per chiedere loro scusa, ammettendo di aver sbagliato.

Sembra che avesse davvero pensato al suicidio, a causa delle difficoltà economiche che all’epoca stava vivendo. Invece della morte, alla fine aveva scelto di costruirsi una nuova vita all’insaputa di tutti coloro che lo conoscevano. O quasi tutti. Secondo qualcuno, infatti, i genitori erano a conoscenza della vicenda o di almeno parte di essa. Per tutto il tempo successivo al suo allontanamento avrebbero versato una somma mensile per il sostentamento delle nipoti.

Una storia alla “fu Mattia Pascal”

Da molti Adamo Guerra è stato paragonato, nel corso di questi mesi, ad uno dei personaggi più iconici creati dalla penna di Pirandello: Mattia Pascal, che nel “Fu Mattia Pascal” finge di essere morto per dare una svolta alla sua vita da bibliotecario di paese e diventare l’uomo che avrebbe sempre voluto essere, trasferendosi a Roma.

Scoprirà solo molto tempo dopo che, nonostante la sua apparente felicità, le menzogne che aveva raccontato lo avevano svuotato, facendolo sentire impotente. A quel punto, disperato, cercherà di tornare sui suoi passi, “uccidendo” il nuovo sé stesso, Adriano Meis, e tornando nel suo paese natale come Mattia.

Si renderà conto del suo irrimidebiale errore quando tutti coloro che aveva conosciuto e che gli avevano voluto bene mostreranno di essersi dimenticati di lui, di essersi lasciati alle spalle la sua storia, costruendosi anch’essi un’altra vita.