Mutui, conviene sottoscrivere un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile nel 2024? Facciamo chiarezza.

Al momento non è ufficiale che ci sarà un vero e proprio taglio dei tassi di interesse, ma se le previsioni degli analisti dovessero diventare realtà converrebbe di più sottoscrivere un contratto di mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? I mutui a tasso variabile potrebbero diventare davvero più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso?

Per chi avesse già sottoscritto un finanziamento potrebbe valutare la surroga, che consente di cambiare la banca dove si ha stipulato il contratto di mutuo. La fine della stretta monetaria della Banca Centrale Europea potrebbe consentire il calo dei tassi di interesse.

Mutui 2024: conviene di più il tasso fisso o il tasso variabile?

L’anno appena archiviato lo ricorderemo come l’anno in cui i tassi variabili sono arrivati a misurare oltre 1,5 punti in più rispetto a quelli fissi. Gli esperti sono chiari e prevedono che ci sarà un taglio dei tassi di interesse a partire dalla stagione primaverile 2024. Con la fine della stretta monetaria è probabile che i tassi saranno destinati ad imboccare il trend ribassista.

Le proiezioni favorevoli sulla riduzione dei tassi di interesse rimettono in discussione la questione sulla scelta del migliore contratto di mutuo. Se precedentemente la scelta del mutuo a tasso fisso ha riguardato il 90% di tutti coloro che hanno sottoscritto ex novo un contratto di mutuo, con il taglio dei tassi è necessario valutare attentamente quali potrebbero essere le previsioni e le problematiche del tasso variabile.

La scelta del mutuo a tasso fisso o a tasso variabile dipende anche da altri fattori, tra cui la capacità di produrre reddito nel tempo. Analizzando il trend dei contratti futures l’Euribor, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, dovrebbe scendere a poco più di due punti percentuali entro la fine del corrente anno 2024 e al 2% entro il 2025.

Mutui 2024: quali sono le differenze che intercorrono tra mutuo a tasso fisso e a tasso variabile?

La sottoscrizione di un mutuo a tasso fisso consente di avere la certezza di esborsare ogni mese la stessa rata per l’intera durata del piano di ammortamento senza pensieri. La sottoscrizione di un contratto di mutuo a tasso variabile comporta l’assunzione del rischio di dover affrontare l’aumento dei tassi di interesse e quindi rate di importo sempre più crescente.

È quanto accaduto nel corso dell’anno 2023 quando le banche centrali hanno alzato tantissime volte i tassi di interesse facendo “schizzare” le rate dei mutui a tasso variabile. Parimenti, nei momenti di taglio dei tassi si potrà beneficiare del calo delle rate.

La decisione della BCE di tagliare i tassi di 50 punti base implica la riduzione della rata di circa 60 euro in meno al mese per un mutuo trentennale con capitale pari a 200.000 euro. Il taglio di 150 punti base riduce la rata mensile di quasi 180 euro per mutuo trentennale con capitale pari a 200.000 euro.

Quali sono i fattori da considerare?

Nella scelta tra un mutuo a tasso fisso ed un mutuo a tasso variabile ci sono altri fattori da considerare: il tasso applicato dalla banca mutuante, che dipende dal tipo di prodotto ed offerta promozionale, la capacità di produrre reddito nel tempo, la tipologia di professione svolta, l’importo della somma presa in prestito e la durata del piano di ammortamento.

Quale mutuo conviene?

Al momento le migliori offerte si trovano per i mutui a tasso fisso, che sono più vantaggiosi di circa un centinaio di euro rispetto a quelli variabili. Chi ha sottoscritto un mutuo potrebbe valutare la possibilità di ricorrere alla surroga.