L’attuale Internet, noto come Web2, è caratterizzato da un modello di business che è considerato distorto da un gran numero di utenti. Tra di essi, anche coloro i quali producono i contenuti che girano al suo interno, senza riuscire però a remunerare in maniera adeguata il proprio sforzo creativo.

Il superamento di questo modello dovrebbe avvenire con il successivo stadio evolutivo, il Web3. Proprio il suo avvento, infatti, potrebbe aprire le porte ad un sistema più sostenibile ed equo, nel quale i servizi potranno essere decentralizzati grazie alla tecnologia blockchain, venendo sottratti alle Big Tech al momento dominanti.

All’interno del nuovo modello di business, un ruolo centrale potrebbe spettare ai cosiddetti social token. Andiamo quindi a capire cosa siano e perché potrebbero rappresentare una svolta per una rete più democratica.

Social token: cosa sono?

Per social token si intendo dei beni digitali garantiti su blockchain, i quali possono restituire a coloro che creano contenuti di rilievo di monetizzare al meglio il proprio sforzo creativo. Grazie ad essi, infatti, musicisti, marchi e in genere tutti coloro che sono in grado di proporre contenuti di rilievo possono stabilire un rapporto più stretto con il proprio pubblico e restare in possesso del diritto di sfruttamento del proprio lavoro.

In pratica, chiunque sia in grado di produrre esperienze e servizi può utilizzare social token, trasformandone la proprietà in un asset il quale può essere rivenduto e aumentare di valore con il trascorrere del tempo. A garantirne la proprietà digitale sono proprio le blockchain pubbliche, ad esempio Ethereum, Solana o Optimism.

Il loro utilizzo può avvenire per disparati scopi. Ad esempio per conferire agli utenti il diritto a partecipare ai processi decisionali all’interno di una rete. Oppure per rendere possibile un’interazione più stretta tra artisti e fan base, ad esempio permettendo a chi li detiene di prendere parte ad eventi speciali. In tale veste si stanno rivelando una nuova fonte di entrate per molti settori che erano stati messi in grande difficoltà dall’avvento del Covid e dalle restrizioni sanitarie ad esso collegate.

Il caso più eclatante in tal senso è rappresentato da Chiliz. Il token collegato al fantacalcio su blockchain ha infatti rafforzato il legame con il calcio e fornito nuove entrate ai club messi in ginocchio dalla chiusura degli stadi nella fase più acuta della pandemia. Il più eclatante, ma non certo il solo.

Come funzionano i social token

I social token sociali rappresentano quindi una nuova frontiera nell’interazione tra creatori e pubblico. Un nuovo modo di rapportarsi che consente ai primi di monetizzare il proprio lavoro e ai secondi di avere esperienze uniche e personalizzate.

I modi per conseguire questi obiettivi sono molti. Solitamente, però, il procedimento che consente di sfruttare al meglio queste opportunità prevede una serie di tappe ben precise, ovvero:

  1. la creazione del token. Gli interessati, si tratti di artisti, sportivi, influencer o marchi, coniano il loro asset cui affidano il compito di rappresentare un valore specifico oppure l’accesso a esperienze, servizi o contenuti esclusivi. Il token in questione viene lanciato come NFT sulla blockchain e si avvale delle sue principali caratteristiche, a partire dall’unicità e dall’autenticità;
  2. la monetizzazione. Chi ha creato il token può venderlo oppure distribuirlo ai propri seguaci su uno dei mercati che lo consentono, a partire da OpenSea. Il token può non solo garantire la partecipazione ad eventi unici, ma anche rappresentare una quota dei futuri guadagni di chi lo ha lanciato. Un caso, quest’ultimo, che ha riguardato ad esempio la point guard dei Brooklyn Nets (franchigia NBA) Spencer Dinwiddie, qualche anno fa;
  3. la compravendita e la rivendita. I token sociali possono essere scambiati o rivenduti sulle piattaforme congegnate per supportarne le transazioni. Come avviene per le criptovalute tradizionali, ci saranno vari fattori ad influire sul loro prezzo, a partire dalla popolarità di chi li lancia;
  4. l’utilizzo. Chi detiene i social token può servirsene per riscuotere i vantaggi associati al loro possesso. Come abbiamo già ricordato, a conferire valore in tal senso è il diritto a prendere parte ad esperienze uniche e personalizzate.