Donne in pensione con 35 anni di contributi, è possibile? Il 2024 non sarà l’anno della svolta per le donne; il grande dibattito sulla pensione anticipata si è arenato ancor prima di essere discusso.
Il primo giro previdenziale del 2024 si apre con il rinnovo della misura “Opzione donna” con requisiti più stringenti per le donne che hanno perfezionato un accumulo contributivo di 35 anni. Vediamo insieme quali sono i requisiti che le donne devono soddisfare per andare in pensione con 35 anni di contributi.
Donne in pensione con 35 anni di contributi
Il governo Meloni ha confermato la pensione anticipata Opzione donna anche per il 2024. Tuttavia, il tema previdenziale è destinato a una ristretta platea di aventi diritto.
Il trattamento pensionistico viene erogato su domanda alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2023, soddisfano i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dall’attuale normativa vigente e che, alla data della presentazione dell’istanza, si trovano in una delle categorie di tutela previste dalla legge.
Tra queste categorie rientrano caregivers, invalidi al 74%, dipendenti o licenziate da aziende con tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Chi può andare in pensione con l’opzione donna nel 2024?
Le donne che, entro il 31 dicembre 2023, completano un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e hanno almeno 61 anni di età possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata. È inoltre possibile ottenere una riduzione del requisito anagrafico di 61 anni di un anno per ogni figlio, con un limite massimo di due anni.
La riduzione massima di due anni è concessa alle lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, anche in assenza di figli. In questo caso, la pensione anticipata può essere ottenuta con i seguenti requisiti:
- Età di 59 anni
- Anzianità contributiva di 35 anni maturata entro il 31 dicembre 2023.
Come funziona Opzione donna nel 2024
Le lavoratrici che soddisfano i requisiti sopra indicati possono accedere alla pensione anticipata Opzione donna se rientrano in una delle seguenti condizioni:
- caregiver: assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 1992/104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
- invalide civili: con una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Il tavolo di confronto deve essere attivo alla data del 1° gennaio 2023 ovvero deve essere stato attivato in data successiva.
I requisiti sopra indicati, devono essere soddisfatti, anche dal personale appartenente al comparto scuola o quello dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica (AFAM).
È importante notare che tali requisiti devono sussistere alla data di presentazione della domanda di pensione e non devono essere oggetto di ulteriore verifica alla decorrenza del trattamento pensionistico.
Le donne che scelgono di andare in pensione con Opzione donna ottengono una rendita mensile calcolata integralmente con il sistema contributivo.
Quale finestra d’uscita per le donne?
È possibile ottenere la pensione anticipata Opzione donna decorso tale periodo, quale:
- una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratori dipendenti;
- una finestra mobile di 18 mesi per le lavoratrici autonome.