Bocciata la proposta di legge sul fine vita nella Regione Veneto: il voto ha visto contrari FdI e Forza Italia, favorevoli il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli con le opposizioni. Spaccato, quindi, il Centrodestra. In votazione cinque articoli in tutto, che richiedevano la maggioranza assoluta.

Bocciata la legge sul fine vita in Veneto: rinvio in Commissione del testo

La norma sul suicidio medicalmente assistito era stato portato in Consiglio regionale dall’associazione Luca Coscioni, con 9mila firme. Sia il primo che il secondo articolo, ritenuto “fondamentale”, hanno ricevuto 25 voti favorevoli, 22 contrari e tre astenuti: la maggioranza assoluta, fissata a quota 26, non è stata quindi raggiunta.

Il presidente Ciambetti ha quindi messo ai voti il rinvio in Commissione del testo, a cui è stato dato l’ok con 38 sì e 13 assenti.

Il progetto di legge, ha poi spiegato, diventerà “ordinario” e non avrà i tempi contingentati, come prevede lo Statuto regionale in merito alle proposte di legge di iniziativa popolare.

Luca Zaia: “Fine vita già possibile per i malati terminali”

Nel caso in cui la legge fosse stata approvata, la regione Veneto sarebbe stata la prima ad avere una normativa in materia. La novità più rilevante era quella di imporre alle Asl un tetto massimo di 27 giorni per dare una risposta ai malati con patologie irreversibili, che avevano fatto richiesta alla sanità pubblica di avere accesso al trattamento.

È stata bocciata una legge di iniziativa popolare, che non viene dalla Giunta regionale. Non passa perché a parità di voti, 25 contro e 25 a favore, viene rimandata in Commissione, questa è la democrazia. Dopodiché, domani mattina i pazienti terminali possono chiedere, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 possono chiedere l’accesso al fine vita, il che è la prova provata che questa iniziativa non serviva per autorizzare il fine vita ma stabiliva solo i tempi di risposta alle istanze.

Queste le parole del governatore del Veneto Luca Zaia, commentando lo stop alla legge sul suicidio medicalmente assistito, che ha poi aggiunto:

Su un tema etico è fondamentale che tutti abbiamo libertà di pensiero e di espressione, spero che a livello nazionale si affronti il tema.

Il governatore aveva già espresso, alcuni mesi fa, la sua “apertura” sulla questione del fine vita.

Cappato: “La Regione Veneto ha perso un’opportunità”

Dobbiamo prendere atto che, nonostante l’impegno generoso di tante consigliere e consiglieri regionali che hanno agito sulla base di convinzioni invece che di appartenenze politiche, l’opportunità creata non è stata per il momento accolta dalla maggioranza assoluta dei votanti in Consiglio regionale. Auspichiamo che il Consiglio vorrà presto tornare ad esprimersi e approvare il testo.

Marco Cappato e Filomena Gallo, dell’Associazione Luca Coscioni, hanno così commentato la decisione del Veneto.

Siamo comunque certi che il confronto di queste settimane non sia avvenuto invano. È infatti cresciuta nell’opinione pubblica veneta la consapevolezza dell’esistenza in Italia, a determinate condizioni, del diritto di ottenere l’aiuto medico alla morte volontaria, come già i casi di Federico Carboni nelle Marche, “Anna” in Friuli e “Gloria” in Veneto hanno dimostrato. Non dimentichiamo, sempre in Veneto, la coraggiosa lotta di Stefano Gheller, al quale rivolgiamo i nostri auguri di pronta guarigione e che invitiamo a proseguire questa battaglia insieme a noi, da oggi con ancora più forza e determinazione.

La nota si conclude sottolinenando che

indipendentemente dall’esito del voto del Consiglio regionale veneto, il diritto stabilito dalla Consulta resta comunque in vigore, anche senza quelle procedure chiare e tempi certi che la nostra legge avrebbe stabilito e ci auguriamo presto stabilirà. Continua dunque in tutte le altre Regioni italiane.