Il Cile e Pupo figurano tra gli esclusi del Festival di Sanremo 2024: Amadeus ha detto di no al loro brano tra le oltre 400 proposte che gli erano arrivate nei mesi scorsi.

E così da venerdì 19 gennaio arriva in radio e nei digital store Tri-Colore, il brano scartato da Sanremo 2024: “Presentare una canzone al Festival di Sanremo ed essere scartati non è più un’umiliazione come in passato. Ho letto che Edoardo Bennato si è affrettato a smentire una sua presunta bocciatura al Festival di quest’anno. Ma per carità! Per uno che di mestiere fa il cantautore, cercare di partecipare ad eventi musicali importanti, direi unici, come Sanremo è normale. Poi si sa, il posto per tutti non c’è anche io e il Cile avevamo inviato una canzone. Una canzone straordinaria scritta da quest’ultimo e che Amadeus non ha scelto. Nessuno però l’ha detto“, ha detto Pupo a La Nazione.

Il Cile e Pupo: intervista di Tag24

Tag24 ha contattato Il Cile per parlare del brano escluso dal Festival di Sanremo. Solo lo scorso ottobre era stato ospite della giungla di Radio Cusano Campus Bagheera, morning show condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti: “Le difficoltà che ho avuto con l’alcol le ho volute raccontare qualche settimana fa non per pietismo ma perché credo e spero possano essere di aiuto a chi sta combattendo la mia stessa battaglia. Non so come ma il mio aereo, anche senza carrello. è riuscito comunque ad atterrare senza schiantarsi ed ora sento che sono pronto ad un nuovo volo. Lo devo a me stesso e a tutte le persone che amo e che mi hanno sempre amato“.

Innanzitutto come mai hai deciso di proporre una collaborazione a Pupo?

Avevo già lavorato con Enzo come autore in passato, lo ritengo l’ultima rockstar italiana della vecchia scuola, che ha vissuto davvero da artista con una personalità “larger than life”. Ho scritto un brano su misura per lui e me e glie l’ho proposto.

Come nasce il brano Tri-Colore?

È un dissacrante dipinto della realtà italiana odierna, che gioca sul concetto di patriottismo facile e due dei punti del poker (tris e colore), su di esso poi ho inserito le nostre vite, i nostri demoni, il nostro disincanto verso le reti sociali e la velocità di un mondo sempre più moralista e meno concreto.

Avete pensato subito di proporlo al Festival di Sanremo?

Diciamo che ci abbiamo voluto provare. Ma sono stato il primo a ricordare ad Enzo che qualunque fosse stato l’esito lui non ha più nulla da dimostrare dato che ha scritto canzoni che vengono trasmesse in tutto il mondo. Alcuni suoi brani hanno un eco internazionale da decenni.

L’esclusione da Sanremo

Cosa pensi dell’esclusione da parte di Amadeus e cosa gli diresti se avessi la possibilità di parlare con lui?

Assolutamente nulla, fa parte del meccanismo del nostro lavoro, se io mi fossi fermato ai “no” di Sanremo non avrei mai fatto il mio percorso. “Cemento armato” fu scartata da Sanremo e mesi dopo era in tutte le radio, un anno dopo anche io ero al festival, direi che fa parte del gioco.

Ieri sono stati ascoltati i brani in anteprima: meno brani sanremesi e più canzoni uptempo. Cosa pensi di questo cambio di rotta?

In realtà avevo letto della presenza di molte ballate. Detto ciò sono certo che come sempre ci sarà un eclettismo sonoro, ci saranno canzoni più belle e meno belle, alcune resteranno e altre spariranno come ad ogni edizione.

Tu sul palco dell’Ariston ci sei stato: che esperienza è stata?

Emozionante e forse un po’ traumatica. Anche se il premio Bardotti consegnatomi da Piovani e Veloso me lo porto nel cuore. Forse adesso affronterei quel palco più chirurgicamente.

Pensi che con Pupo potrà continuare la collaborazione?

Io penso che potrà continuare in primis la nostra collaborazione umana (e di conseguenza artistica), una giornata o una cena con Enzo che ti racconta gli aneddoti assurdi della sua vita e della sua carriera sono il migliore antidepressivo naturale che io conosca.