In arrivo una nuova stangata per i contribuenti italiani: ecco in quali Regioni aumenteranno le addizionali Irpef 2024.

Alcune regioni italiane aumenteranno le addizionali Irpef: Lazio, Molise e Toscana sono le regioni che incrementeranno le tasse. Grazie alla riforma fiscale nazionale i contribuenti vedranno un impatto ridotto degli incrementi. Per compensare i tagli decisi dal governo Meloni e per fronteggiare la difficile situazione economica Lazio, Toscana e Molise hanno deciso di incrementare le addizionali Irpef.

Addizionali Irpef 2024: ecco in quali Regioni incrementeranno

La riforma fiscale nazionale ha tagliato l’aliquota del 2% per chi ha redditi di importo compreso tra i 15.000 ed i 50.000 euro. Lazio, Molise e Toscana sono le regioni del Centro Italia dove ci sarà un incremento delle addizionali Irpef 2024.

I bilanci delle regioni sono in rosso da anni e, con il taglio alla sanità pubblica, si poteva prevedere che si sarebbe registrato qualche incremento. Molte Regioni del Centro Italia hanno deciso di aumentare le addizionali Irpef 2024, mentre le regioni del Nord e del Sud Italia non saranno interessate dall’incremento fiscale.

Addizionali Irpef 2024: gli aumenti in Toscana

Per risanare i conti regionali, in particolare le voci relative alla sanità, in Toscana ci sarà un incremento della tassazione pari a oltre 750 euro, ma solo per i redditi di importo superiore ai 50mila euro. Per i redditi di importo compreso tra i 28mila ed i 50mila l’anno l’incremento dell’addizionale regionale sarà dall’1,7% al 3,3%.

Per i redditi di importo superiore ai 50mila euro l’incremento dell’addizionale regionale sarà dall’1,7% al 3,3%. Al netto della riforma fiscale del governo italiano l’incremento delle tasse sarà superiore ai 750 euro all’anno e ciò annullerà i benefici relativi all’unione dei primi due scaglioni Irpef.

Addizionali Irpef 2024: gli aumenti in Lazio

Nella Regione Lazio gli aumenti relativi alle addizionali Irpef riguarderanno chi guadagna più di 30mila euro l’anno. L’addizionale comporta un incremento maggiore pari a 150 euro l’anno. Per il corrente anno non verrà rinnovato il fondo regionale taglia imposte che era stato introdotto dalla giunta laziale per i redditi di importo inferiore ai 40mila euro.

Addizionali Irpef 2024: gli aumenti previsti in Molise

Altra regione del Centro Italia che sarà interessata dagli incrementi delle addizionali Irpef 2024 è la Regione Molise. Rispetto alla Toscana ed al Lazio, la giunta molisana ha deciso di introdurre incrementi che riguarderanno le addizionali Irpef.

In particolare, l’aumento riguarderà i redditi di importo medio-alto ed il massimo importo previsto è pari a 180 euro all’anno. L’addizionale passerà dal 2,4% al 3,3% per i redditi di importo compreso tra i 28mila euro ai 50mila euro e passerà dal 2,6% al 3,3% per i redditi di importo superiore ai 50mila euro.

Al Sud aumenteranno le addizionali comunali

Le Regioni del Sud Italia non saranno interessate dall’incremento delle addizionali regionali, ma saranno previsti incrementi delle addizionali comunali. Le amministrazioni comunali che saranno interessate dall’incremento delle addizionali comunali sono Palermo e la città partenopea. L’aumento dell’addizionale comunale comporterà una riduzione delle buste paga dei lavoratori campani e siciliani e comporterà un azzeramento degli aumenti che sono stati introdotti con la riforma fiscale nazionale.

E nelle altre Regioni?

Per il corrente anno 2024 sole le tre Regioni dell’Italia centrale saranno interessate dall’incremento dell’addizionale Irpef. Le aliquote previste saranno variabile a seconda del reddito del contribuente: in Liguria sarà pari al 2,3%, in Emilia Romagna sarà pari al 2,27% e l’aliquota massima sarà applicata dalla Campania.

Veneto, Sicilia, Sardegna e Basilicata saranno le regioni più economiche: si sarà l’applicazione di un’aliquota pari all’1,23%. L’incremento delle addizionali regionali e comunali in alcune zone dello Stivale italiano è un fattore di criticità che non deve essere assolutamente trascurato e, in alcuni casi, potrebbe addirittura azzerare i benefici previsti dalla riforma fiscale messa in atto dal governo Meloni.