Nella giornata di lunedì 15 gennaio è arrivata, purtroppo, la notizia della morte di Carles Falcon. Lo spagnolo era caduto nella giornata del 7 gennaio. La dinamica non era stata chiara ma quel che è certo è che ha subito un forte colpo in testa che gli ha causato un edema e la conseguente morte nonostante la terapia intensiva. Il team, il Twin Trail Racing, lo ha annunciato sui social con un lungo messaggio nel quale ha salutato per sempre il pilota spagnolo che era alla sua seconda partecipazione alla Dakar. Purtroppo, inoltre, sono tantissime le morti da quando esiste la Dakar e Carles Falcon è solo l’ultimo. In totale, infatti, ce ne sono state 78 contando anche quelle del pubblico.
Non solo Falcon: 78 morti nella Dakar
Come detto, purtroppo, Carles Falcon è solo l’ultima vittima della Dakar. In totale, dal 1979, sono 33 i piloti che sono morti, 28 quelli in moto. Contando però i deceduti che erano presenti nel pubblico, sono 78. Tra questi c’è anche l’ideatore dell’evento e cioè Thierry Sabine che si è schiantato col suo elicottero su una duna del Mali nel 1986. Nel 1988 ci sono stati addirittura 3 incidenti mortali. Il 9 gennaio Kees Van Loevezijn (un meccanico) è morto a causa del ribaltamento del truck. Solo ferite, invece, per Theo Van de Rijt e Chris Ross che erano i due piloti. Nello stesso giorno, poi, la Range Rover di René Boubet e Patrick Canado subisce il cedimento dello sterzo tagliando la strada al Mercedes Benz 280 di Klaus Seppi ed Ambrogio Azzuffi. Canado viene sbalzato fuori e muore, il suo compagno riporta invece gravi ferite. Nessun problema particolare per i due italiani. Il 17 gennaio, inoltre, Jean-Claude Huger, agente di scorta del Presidente della Repubblica francese, sbatte la testa contro una roccia e muore dopo due giorni di coma.
Fabrizio Meoni e non solo: le altre vittime
Come detto ci sono stati tanti incidenti e uno di questi è accaduto a Fabrizio Meoni nel 2005. Il campione italiano aveva annunciato che sarebbe stata l’ultima corsa della sua carriera. In quella tappa, però, tra Atar e Kiffa, una caduta gli causò la frattura di due vertebre cervicali e il conseguente arresto cardiaco. Nell’edizione del 2020, poi, nella prima in terra araba, ci sono stati altri due decessi: Paulo Goncalves e Edwin Straver. Il primo perde la vita nella tappa da Riyadh a Wadi Al-Dawasir. Viene infatti ritrovato sulla sabbia in arresto cardiaco. Inutile il trasporto in ospedale. Il 16 gennaio, poi, anche l’olandese Straver perde la vita in un incidente. Viene rianimato sul posto ma perde poi la vita il 24 gennaio per le varie lesioni vertebrali. Ci sono quindi varie domande e interrogativi sulla Dakar e sulla pericolosità di questo evento. Le vittime sono state tante in questi anni e non sembrano volersi fermare. Ci si chiede quindi se vale la pena continuare a gareggiare in condizioni, evidentemente, di non sicurezza o se si debbano prendere delle misure per salvaguardare nel modo migliore possibile la vita dei piloti.