Il Canone concordato e la Cedolare secca sono due contratti di locazione con tassazione agevolata. Andiamo a scoprire quali sono le differenze.
Che differenza c’è tra il contratto a Canone concordato e la Cedolare secca?
Il canone concordato costituisce una modalità contrattuale specifica nell’ambito degli affitti, mentre la cedolare secca rappresenta un regime fiscale particolare.
- Il contratto è caratterizzato da una concordata determinazione dell’affitto tra le parti, regolata in base agli accordi territoriali stipulati tra le principali organizzazioni di proprietari e inquilini. Questo tipo di contratto offre vantaggi fiscali sia per l’affittuario che per il locatore.
- La cedolare secca è una modalità fiscale che comporta l’applicazione di un’aliquota fissa del 10% sul reddito derivante dalla locazione.
Contratto a canone concordato, cos’è?
Il contratto a canone concordato rappresenta una tipologia specifica di locazione caratterizzata dalla concordata determinazione del canone di affitto tra le parti, fissato in base agli accordi territoriali stipulati tra le principali organizzazioni di proprietari e inquilini. Tale forma contrattuale offre vantaggi fiscali sia per il locatore che per l’affittuario, rendendola una soluzione altamente conveniente per entrambe le parti coinvolte.
Il canone concordato si configura come un accordo in cui l’importo dell’affitto è vincolato a un range specifico, definito dagli accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni di proprietari e inquilini. Il locatore non ha la facoltà di determinare arbitrariamente il canone, ma deve aderire a tale intervallo predefinito.
Dal punto di vista della durata, il contratto a canone concordato è regolamentato per legge. La sua validità prevede una durata minima di tre anni, a cui si aggiunge automaticamente una proroga di ulteriori due anni, salvo disdetta nei tempi concordati tra le parti. Al termine di questo periodo, le parti coinvolte possono decidere se rinnovare il contratto o concluderlo definitivamente.
Contratto con cedolare secca, cos’è?
La cedolare secca costituisce un regime fiscale opzionale caratterizzato dalla tassazione mediante un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali. Questa opzione è aperta a chi percepisce redditi dalla locazione di immobili o detiene diritti reali su di essi. La cedolare secca prevede due diverse aliquote, del 10% e del 21%, applicate a differenti tipologie di contratti di locazione.
Coloro che possiedono immobili e li affittano per uso abitativo possono scegliere tra:
- La tassazione ordinaria; oppure
- La tassazione sostitutiva tramite cedolare secca. L’opzione può essere espressa al momento della prima registrazione del contratto o successivamente, compilando il modello RLI da consegnare o trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate.
La cedolare secca rappresenta un regime di tassazione sostitutivo, consentendo di optare per una tassazione fissa esclusivamente sul reddito derivante dalla locazione, sostituendo l’applicazione delle aliquote IRPEF.
I redditi provenienti dagli affitti con contratto a cedolare secca sono tassati separatamente, mediante un’aliquota agevolata, e non contribuiscono alla formazione del reddito complessivo ai fini dell’IRPEF.
Nei contratti con cedolare secca, non sono dovute l’imposta di registro e l’imposta di bollo, normalmente richieste per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. Tuttavia, la cedolare secca non sostituisce l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.
Possono optare per questo regime le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento, escludendo l’affitto dell’immobile nell’ambito di attività di impresa o professionale (ai sensi dell’art. 26 del TUIR). Poiché usufrutto e nuda proprietà sono diritti complementari, la cedolare secca si applica all’usufruttuario, mentre è preclusa al nudo proprietario.