Se sei genitore di un bambino appena nato, farlo addormentare rapidamente è certamente un tuo sogno. Padre e madre sicuramente vorrebbero garantire sonni tranquilli e rigeneranti per il loro piccolo e per sé stessi.
Come far addormentare velocemente un neonato? Come calmarlo e prevenire o far passare il pianto? Vediamo alcune strategie efficaci e consigli pratici per creare un ambiente rassicurante che favorisca il sonno del neonato e il tuo.
Come far addormentare velocemente un neonato
Alcuni scienziati italiani e giapponesi hanno condotto diversi esperimenti per trovare il metodo migliore per calmare e favorire il sonno nei bambini che di solito piangono.
Come calmare tuo figlio e farlo addormentare velocemente?
Gli scienziati hanno scoperto come calmare e favorire il sonno nei bambini che piangono
Circa il 20-30% dei bambini piange eccessivamente e ha difficoltà a dormire senza una ragione apparente.
Scienziati italiani e giapponesi hanno deciso di effettuare diversi esperimenti per trovare il metodo migliore per calmare e favorire il sonno nei neonati che piangono. Per fare ciò, hanno utilizzato telecamere e cardiofrequenzimetri su 21 bambini di età compresa tra 0 e 7 mesi.
I ricercatori hanno testato 4 strategie:
- Portare il bambino in braccio mentre si cammina;
- Cullarlo da seduti;
- Spingendolo in un passeggino mobile o in una culla a dondolo;
- Metterlo direttamente nel lettino.
Secondo i risultati dello studio, una sola strategia, che si svolge in due fasi, ha avuto un effetto calmante immediato sui neonati.
La prima fase è portare in braccio il bambino mentre si cammina. Secondo l’esperimento il 45% dei bambini si sono addormentati dopo essere stati trasportati mentre camminavano e nessuno ha pianto.
La seconda fase consiste nello stare seduti per 5-8 minuti dopo aver portato in braccio il bambino mentre si cammina. Ciò calmerebbe e incoraggerebbe il bambino a dormire prima di metterlo a letto, impedendogli così di svegliarsi di nuovo.
In parole povere, le due azioni da adottare per addormentare un bambino che piange e non vuole dormire sono: 5 minuti di trasporto mentre si cammina poi da 5 a 8 minuti seduti prima di rimetterlo a letto addormentato. Provare per credere!
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Perché i neonati piangono?
In media, un bambino piange due ore al giorno. Sembra tanto, ma è perfettamente normale. Tutti i bambini hanno periodi in cui piangono di più e alcuni in cui piangono di meno.
Tutte le ricerche concordano sul fatto che è durante i primi tre mesi di vita che i bambini piangono di più e che i loro pianti sono i più intensi.
Successivamente, il pianto diminuisce gradualmente fino a quando il bambino raggiunge le 12 settimane.
Durante questi primi tre mesi, il pianto spesso inizia e cessa improvvisamente, senza sapere perché, soprattutto nel tardo pomeriggio o nella prima serata. Può capitare quindi che un genitore non riesca a calmare il pianto del proprio bambino, nemmeno dandogli da mangiare, controllandogli che il pannolino sia pulito o coccolandolo.
Non rattristarti, il pianto è perfettamente normale, la cosa principale è che tuo figlio senta la tua presenza confortante.
Confortare il tuo bambino quando piange non lo vizierà, ma contribuirà a renderlo più calmo e meno ansioso. Rispondere rapidamente e con calma ai suoi pianti è essenziale per farlo sentire amato e al sicuro, contribuendo alla formazione di legami d’amore e di attaccamento salutari.
Ignora le idee preconcette degli altri e segui il tuo istinto, poiché nessuno conosce il tuo bambino meglio di te. Evita di lasciarlo piangere prolungatamente senza consolarlo, poiché ciò potrebbe avere conseguenze negative sulla sua salute e generare stress indesiderato.
Gli esperti non concordano unanimemente sulla teoria che il pianto dei bambini rifletta specifici bisogni come fame, noia o coliche.
Secondo alcuni, maggiore è l’intensità del pianto, maggiore è l’angoscia del bambino. I genitori spesso riescono a intuire i bisogni del loro bambino interpretando il suono del pianto.
I bambini possono piangere per esprimere diversi bisogni, tra cui fame, stanchezza, disagio legato alla temperatura o al pannolino, il desiderio di essere vicino al genitore, l’esigenza di liberare emozioni, la necessità di stimolazione o la presenza di dolore.
In situazioni in cui non è chiaro il motivo del pianto, abbracciare il bambino, anche se non ferma il pianto, può fargli sentire
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