Valanga Rigopiano, i familiari delle vittime attendono ancora delle risposte a sette anni dal disastro. E’ fissata per il prossimo 9 febbraio la sentenza d’appello per la strage di Farindola, dove nel 2017 persero la vita 29 persone rimaste intrappolate sotto una valanga che, in pochi minuti, travolse e spazzò via il resort.

Una sentenza che potrebbe ribaltare quella di primo grado e su cui adesso si concentrano le speranze di sopravvissuti e familiari delle vittime, delusi dall’esito del primo processo che si concluse con 25 assoluzioni e 5 condanne.

A sette anni di distanza la giustizia non è ancora stata in grado di individuare con certezza i responsabili della strage. A breve verrà scritto un altro capitolo e i legali delle parti civili fanno sapere di essere pronti per avviare le azioni civili.

Tra due giorni, intanto, ricorre il settimo anniversario della tragedia. Previste diverse cerimonie per la commemorazione delle vittime.

La vicenda giudiziaria, c’è attesa per la sentenza d’appello che potrebbe ribaltare quella di primo grado

E’ attesa tra poche settimane, per la precisione il 9 febbraio, la sentenza d’appello che potrebbe ribaltare quella di primo grado emessa dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pescara.

Nel processo di Appello per disastro colposo e altri reati connessi, in corso presso la Corte di Appello a L’Aquila, i pm Andrea Papalia e Anna Benigni, durante la requisitoria hanno chiesto la condanna di 27 dei 30 imputati coinvolti nel procedimento.

Ricordiamo che in primo grado la vicenda si concluse con 25 assoluzioni e 5 condanne a fronte delle 26 richieste di condanna, per un totale di 151 anni di reclusione, avanzate dalla pubblica accusa.
Furono condannati in primo grado il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi di reclusione), il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell’ente, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno), l’ex gestore dell’albergo della Gran Sasso Resort & SPA, Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica per l’intervento sulle tettoie e verande dell’hotel, per i quali il gup decise una pena di sei mesi di reclusione.

Disastro Rigopiano, la valanga e le richieste d’aiuto inascoltate

Erano le 16,49 del 18 gennaio 2017 quando una valanga del peso di 120 mila tonnellate travolse e distrusse l’Hotel Rigopiano a Farindola, rinomata località turistica sul Gran Sasso. Non ci fu scampo per gli ospiti presenti nel resort al momento della tragedia, accadde tutto in pochi secondi. In 29 persero la vita. Solo 11 furono i sopravvissuti.

In quei giorni l’Abruzzo era in piena emergenza neve e migliaia di persone, soprattutto nelle zone dell’entroterra erano rimaste isolate senza luce. Centinaia le richieste di aiuto, alcune arrivate anche dall’hotel dove di lì a poco si sarebbe verificata la tragedia. C’era preoccupazione tra gli ospiti del resort, ma andare via era impossibile a causa della neve. Uno spazzaneve avrebbe dovuto raggiungere la zona intorno alle 15 di quel tragico pomeriggio per liberare la strada e permettere alle persone di andare via, ma non arrivò mai.

Le commemorazioni, sopravvissuti e familiari ricordano le vittime

Tra due giorni, come ogni anno da quel tragico 18 gennaio di sette anni fa, i sopravvissuti e i familiari delle vittime della tragedia si riuniranno sul luogo del disastro per commemorare e ricordare i propri cari.

Prevista per le 15,00 una fiaccolata davanti all’obelisco dell’hotel seguita dalla celebrazione di una messa nel corso della quale saranno letti i nomi delle 29 vittime, i “29 angeli”. Alle 16,49, nell’ora esatta della tragedia 29 palloncini bianchi verranno liberati nel cielo.

Una cerimonia in ricordo delle vittime è prevista anche a Montesilvano nel giardino di via Nilo a loro dedicato.