Come sempre accade, le novità in NBA sono tante ogni anno. In questa stagione, infatti, è stata introdotta una nuova regola: il Player Partecipation Policy. Ovviamente alla base di questa scelta c’è sempre il mantenimento dello spettacolo e anche in questo caso c’entrano le stelle delle varie squadre. Già presente, infatti, c’era il load management che riguarda lo sforzo di un giocatore nell’arco della stagione. Tanti allenatori fanno (ovviamente) riposare le loro star per averli nelle partite importanti, ma quando diventa una cosa eccessiva, la NBA interviene. Questo, come detto, per non far scemare lo spettacolo.

NBA, cos’è il Player Partecipation Policy

Per spiegare cos’è il Player Partecipation Policy, va fatto un passo indietro alla stagione 2017-2018 quando è stato introdotto il Player Resting Policy. Questa riguarda i giocatori non infortunati che non possono essere preservati per partite di alto profilo che vengono trasmesse in diretta nazionale (nel caso ci sarebbe una multa di almeno 100.000 dollari). Inizialmente, inoltre, è stata inserita la regola di dover giocare almeno 65 partite su 82 per ambire ai premi di MVP, miglior difensore, migliori quintetti, ecc. Da quest’anno, poi, è stato aggiunto il Player Partecipation Policy. Adam Silver ha infatti detto:

“I riposi, eccessivi, soprattutto dei giocatori più giovani, ci erano un po’ sfuggiti di mano. Lo facciamo per i tifosi”

Gli obiettivi di questa nuova regola sono: innanzitutto assicurare che i giocatori (soprattutto le star) giochino il maggior numero di partite possibili. Poi si deve dare priorità alle partite trasmesse in diretta nazionale; migliorare la percezione della NBA per il pubblico e favorire la collaborazione dei giocatori che – in caso non dovessero rispettare le regole – devono essere multati. Una squadra, dunque, non deve mai assicurare di non far giocare almeno una delle stelle in squadra (Davis e LeBron James per esempio). Inoltre, anche se infortunato, il giocatore deve essere visibile al pubblico a casa e a quello nell’arena. Deve quindi stare in panchina.

NBA, i risultati della notte

Nella notte NBA, comunque, si sono giocate diverse partite. I Lakers sono tornati alla vittoria dopo un gennaio tremendo a livello di risultati. Battuta Oklahoma con 27 punti, 15 rimbalzi e 5 assist di Anthony Davis e 25 punti, 7 rimbalzi e 6 assist di LeBron James. Agli ospiti non bastano i 25 punti di Williams e i 24 di Gilgeous-Alexander. Nonostante i tanti infortuni, Memphis vince contro i Warriors. 24 punti per Williams e 23 per Jackson. Non bastano a Golden State i 26 di Stephen Curry e i 20 di Kuminga con 11 rimbalzi. Cleveland vince e convince contro Chicago: 34 punti per Donovan Mitchell con 3 rimbalzi e 7 assist. Ai supplementari successo anche per Miami contro Brooklyn: 31 punti per Jimmy Butler e 29 di Herro con 11 rimbalzi. Ai Nets non bastano i 26 di Bridges. Boston vince poi contro Toronto: 22 punti per White e Holiday. 19 con 14 rimbalzi per Tatum. Infine vince ancora Utah. 32 punti e 10 rimbalzi per Markkanen. 30 punti per Sexton. 8 con 4 rimbalzi e 2 assist Simone Fontecchio.