Il trading crypto non avviene soltanto su strutture aperte al pubblico. Esistono infatti dei mercati, noti come dark pool, in cui non esiste un order book cui fare riferimento. In pratica, le transazioni non sono disponibili per chiunque, ma soltanto per chi sia abilitato a farne parte.

Siamo quindi in presenza di un sistema privato che pone alcuni problemi di non poco conto sin dagli anni ’80 del secolo passato, quando le dark pool hanno fatto il loro esordio. Proviamo quindi ad osservarle da vicino, in modo da riuscire a comprenderne meglio la reale essenza e le conseguenze, negative o positive, che possono avere sul mercato.

Dark pool: di cosa si tratta?

Per dark pool si intendono veri e propri mercati privati in cui le contrattazioni sono riservate a pochi soggetti, di norma investitori istituzionali. La parte preponderante del trading che avviene al loro interno è condotta con un prezzo bloccato, con grandi quantità di titoli che cambiano di mano in base a offerte predeterminate.

Il vantaggio che questi investitori possono ritagliarsi da una modalità di trading come questa è da individuare nel fatto che le istituzioni che la usano non sono costrette a rivelare le proprie intenzioni al grande pubblico. Si tratta di un vantaggio notevole, considerato che sul mercato aperto lo spostamento di molti asset è in grado di riverberarsi in negativo sul prezzo di quello in vendita.

Come già ricordato, la comparsa delle prime dark pool è avvenuto nella parte finale del passato millennio. Da allora, però, il sistema è cresciuto notevolmente, sino a diventare una parte di rilievo dei mercati azionati globali. Anche in ambito crypto hanno assunto una certa rilevanza, assicurando alcuni vantaggi ai loro frequentatori.

Dark pool: i vantaggi e gli svantaggi

Quali sono i vantaggi nell’utilizzare una dark pool? In particolare, i seguenti:

  • un impatto limitato sul sentiment di mercato: i trader che intendono investire grandi somme possono nascondere le loro intenzioni al grande pubblico;
  • un miglioramento del prezzo, derivante dal fatto che l’abbinamento degli ordini spesso prevede l’utilizzo della migliore media delle quotazioni. In tal modo i due estremi della transazione si garantiscono un’operazione più vantaggiosa rispetto al mercato aperto; 
  • assenza di slippage, dovuto al fatto che gran parte del trading in dark pool è eseguito con prezzi bloccati. In pratica il prezzo dell’operazione non presenta le sorprese che caratterizzano le transazioni nel mercato aperto.

Sull’altro piatto della bilancia, andrebbero invece posti i seguenti punti:

  1. la possibilità di conflitti d’interesse. L’order book non viene esposto, quindi nessuno può garantire che l’operazione avvenga realmente al miglior prezzo possibile;
  2. la possibilità di effetti negativi sui prezzi di mercato. Se la maggior parte del trading avvenisse in questa modalità, i prezzi sugli exchange pubblici potrebbero non riflettere il mercato reale;
  3. la possibilità del pinging, la pratica che consiste nell’invio di un gran numero di piccoli ordini al fine di nasconderne uno grande. Viene utilizzato al fine di individuare aree di liquidità nell’order book e fornire ai trader ad alta frequenza un vantaggio dannoso per il mercato.

Dark pool e criptovalute

Al momento, le dark pool sui mercati criptovalutari hanno avuto un impatto trascurabile. A spiegare questo dato di fatto è la pratica assenza degli investitori istituzionali in questo particolare ambito.

Ora, però, le cose potrebbero mutare rapidamente. L’approvazione da parte della SEC degli ETF spot, infatti, sembra porre le basi per lo sbarco di questa particolare categoria. E, in definitiva, potrebbe rivelarsi vantaggiosa per tutti.

Le dark pool decentralizzate, infatti, potrebbero utilizzare atomic swap tra catene diverse, per facilitare gli scambi. E, ancora, potrebbero sfruttare le tecnologie di ultima generazione, a partire dalle zero knowledge proof, in modo da garantire l’integrità delle operazioni all’interno degli exchange che le propongono.

Anche i mercati illiquidi potrebbero giovarsi della loro presenza. I trader, infatti, possono eseguire operazioni di grandi dimensioni senza dover temere lo slippage, ovvero ad un prezzo certo, con la garanzia che non muterà nel corso della transazione.

Non resta quindi che attendere per capire se questi mercati ristretti si affermeranno all’interno della criptosfera, come hanno fatto sui mercati azionari. Considerato il previsto afflusso di investitori istituzionali al suo interno, non stupirebbe la loro crescita.