Oltre 22 città italiane scenderanno in piazza venerdì 19 gennaio, insieme a Fondazione Fiocchetto Lilla, Chiedimi come sto (Udu e Rete degli studenti medi), Animenta Dca, Maruska Albertazzi e Silvia Persico per protestare contro il mancato rinnovo del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione.
La lista dei presidi – “in costante aggiornamento”, come fanno sapere gli organizzatori – riflette l’ondata di sdegno provocata dalla decisione del Governo di non rifinanziare il fondo istituto da Mario Draghi sul finire del 2021, lasciando così indietro oltre 3.7 milioni di persone che in Italia soffrono dei Disturbi del comportamento alimentare (Dca), in un numero peraltro in preoccupante aumento.
Fondo per disturbi alimentari, Falsini: “Nonostante i numeri, i Dca rimangono invisibili”
Ma quali conseguenze porterà la scelta del Governo di tagliare il Fondo per i disturbi alimentari? La redazione di TAG24 lo ha chiesto a Mariella Falsini, presidente e fondatrice di Fondazione Fiocchetto Lilla.
Presidente Falsini, partiamo dall’inizio: perché l’istituzione del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione era stato un passo importante per la lotta ai Dca?
«Questo Fondo costituiva una sorta di misura tampone per arrivare all’attuazione di una legge già approvata – ma purtroppo rimasta lettera morta – per l’inserimento dei Livelli Essenziali di Assistenza nei disturbi alimentari come malattie a sé stanti, senza per questo toglierle dalla sfera psichiatrica.
La previsione di un budget autonomo, con i Lea, poteva essere la chiave di volta per risolvere il problema della mancanza di risorse, sempre assenti per questo tipo di malattie, la cui cura è peraltro estremamente costosa.
Nonostante in Italia ci siano più di 3.5 milioni di persone affette da Dca – e ogni anno muoiano oltre 3.780 pazienti – sembra tuttavia che il problema sia invisibile a tutti i livelli istituzionali. La verità è che per il sistema è più facile dare risposte ad altri problemi. Credo tuttavia sarebbe doveroso dare a milioni di ragazze e ragazzi la possibilità di essere curati per una malattia che non hanno scelto».
Falsini (Fondazione Fiocchetto Lilla): “Sui Dca letture semplicistiche: anche la premier ne parlò come di devianze”
Crede che tra i fattori che rendono ancora queste malattie invisibili ci sia l’ignoranza?
Nella legge di bilancio il Governo ha stanziato dei fondi per i campi da golf. Pur non volendo sminuire questo intervento, ricordo come la premier Meloni e suoi affini abbiano detto che una dieta sana e lo sport fossero in grado di risolvere il problema dei Dca.
Oltre al fatto che lo sport può essere associato anche alla presenza di disturbi alimentari – si pensi alla vigoressia – il punto è che questa lettura, un po’ semplicistica e banale, leva dignità a quella che è una vera e propria malattia. La premier parlò addirittura di devianza: ma le chiedo, secondo lei un tumore è una devianza?
Più che ignoranza, a mio giudizio, c’è la voglia di non capire, di non sapere, anche perché si tratta di malattie che fanno paura.
Ho letto un post dove si diceva: “dategli da mangiare”. Si svilisce, ecco il problema: ma 3.780 morti l’anno non sono uno scherzo, ma un numero elevatissimo di ragazzi e ragazze, spesso giovani, a cui dovrebbe essere data una possibilità di cura».
Falsini (Fondazione Fiocchetto Lilla): “Chiediamo siano garantiti i Lea e che le risorse diventino strutturali”
Presidente Falsini, cosa chiede alle istituzioni la Fondazione Fiocchetto Lilla?
«Che sia messa in atto la legge già approvata per garantire i Lea. Solo lo scorso settembre, peraltro, gli onorevoli Semenzato e Lupi hanno presentato un’altra proposta per strutturare 20 milioni all’anno per contrastare i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione.
Se ci sono le leggi, dunque, perché non dotare di budget tutte le regioni di Italia, assicurando almeno il primo e il secondo livello di cura per queste malattie? Perché non si investe nel futuro di tre milioni di persone, ovvero del 5% della nostra popolazione?»
Fondo per disturbi alimentari, Falsini: “Non possiamo più andare avanti con iniziative a tempo”
I numeri delle persone affette da Dca sono in crescita.
«Dopo il Covid c’è stato un incremento immediato del 30% e, in alcune aree, anche del 40%. Durante la pandemia, poi, molti centri sono stati chiusi e mai più riaperti.
Oggi in Italia abbiamo pochissimi centri di cura. In compenso ce ne sono abbastanza privati. L’articolo 32 della Costituzione è quindi completamente disatteso, dato che il diritto alla salute è garantito solo a chi può pagare.
Noi non scenderemo in piazza venerdì solo perché il Governo non ha rinnovato il Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione, ma perché non ha fatto nulla collateralmente per dare attuazione alla legge per i Lea.
Chiaramente avremmo voluto che il Governo rinnovasse il Fondo, ma la verità è che non si può più andare avanti con iniziative a tempo finanziate con le briciole: i 25 milioni per due anni, per tutte le regioni del Paese, non erano certamente molti.
I disturbi dell’alimentazione sono purtroppo malattie costose: occorrono ricoveri e percorsi lunghi, grandi investimenti nella formazione dei professionisti e nelle strutture. Tante persone non sono così fortunate da disporre delle risorse economiche in grado di garantire la continuità cure.
Purtroppo, tuttavia, è evidente che le cliniche private abbiano i loro interessi e che la trasformazione delle Asl in aziende abbia cambiato i ragionamenti che dovrebbero essere alla base del servizio sanitario. Il punto, però, è che qui siamo davanti a una malattia sociale che richiede risposte: per questo saremo in tantissime città venerdì per manifestare e far sentire la nostra voce».