Una vita intera, prima da calciatore e poi da allenatore, legata quasi interamente al Napoli. Vincenzo Montefusco ha iniziato la sua carriera con la maglia azzurra, nelle giovanili, e poi tra vari tira e molla ha conquistato la maglia da titolare tra gli anni Sessanta e Settanta. Ex centrocampista prima, dirigente e allenatore poi, è rimasto profondamente legato a questo club di cui oggi è ancora tifoso. Per commentare il momento del Napoli e il prossimo impegno in Supercoppa, Montefusco è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Napoli, verso la Supercoppa: Montefusco a Tag24

Serviva una vittoria a tutti i costi, e il Napoli all’ultimo secondo l’ha portata a casa. Con la Salernitana non c’era bisogno di bel gioco, ma solo di tre punti e alla fine la squadra di Mazzarri è riuscita nell’intento e ha finalmente smosso la classifica. Ora la testa vola velocemente verso il prossimo impegno, quello in Supercoppa. Per gli azzurri, questo trofeo, potrebbe rappresentare il primo modo per provare a salvare la stagione. Il tecnico resta fiducioso, la squadra è unita e, nonostante tante chiacchiere, tutti adesso remano nella stessa direzione. L’obiettivo numero uno è quello di centrare un posto in Champions League, traguardo che gli azzurri non possono mollare, sia per questioni economiche che di prestigio. E presto arriverà anche il momento della sfida con il Barcellona. Per commentare il momento del Napoli e l’impregno in Supercoppa, Montefusco, ex calciatore e allenatore, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il Napoli vince all’ultimo secondo contro la Salernitana. Partita alla Mazzarri?

“Assolutamente sì, quella di sabato è stata esattamente una vittoria alla Mazzarri. Si è visto il carattere che sta cercando di dare alla squadra e piano piano sta portando miglioramenti interessanti. Non è stata una partita bellissima, ma l’importante era portare a casa il risultato. Il Napoli è riuscito a farlo negli ultimi secondi, e questo è un buon segno anche per il futuro. Speriamo che adesso possa cambiare qualcosa”.

A fine partita, tra l’altro, si sono visti molti abbracci di squadra. Segno del fatto che lo spogliatoio è ancora unito, nonostante le chiacchiere?

“Io alle chiacchiere credo poco. Per esperienza vi garantisco che quando si va in campo non si pensa a tutto il resto, ma solo a fare bene. Su quel rettangolo verde ci si dimentica di tutto. Poi è chiaro che il prima e il dopo influisce, ma quegli abbracci hanno dimostrato che questi ragazzi volevano la vittoria a tutti i costi. Mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, per il resto, se vanno meno d’accordo, non mi riguarda”.

Adesso c’è la Supercoppa, un trofeo che potrebbe salvare la stagione del Napoli?

“Quando si vince qualcosa, è sempre bellissimo. È chiaro che il Napoli Campione d’Italia, era partito per provare a vincere di nuovo, ma poi ci sono anche le altre e tutti sappiamo come si sono messe le cose. In campionato la situazione è compromessa e i punti di distacco dalla vetta ormai sono troppi. In Champions invece sono convinto che questa squadra può fare ancora bene e con la vittoria contro la Salernitana può ritrovarsi e lottare fino alla fine per un posto nelle prime quattro. Eliminati dalla Coppa Italia, ora si deve assolutamente puntare alla Supercoppa, ma questo è un trofeo che tutti vogliono vincere”.

Le cose si erano messe male anche per Mazzarri, anche se probabilmente è sempre stato quello con meno responsabilità. Pensi sia l’uomo giusto per risollevare le sorti di questa squadra?

“Sono stato molto contento quando è tornato a Napoli. Lo conosco molto bene e sono felice per lui. Sono stato convinto, fin dall’inizio e, che potesse fare bene, e lo sono ancora. Chiaramente è arrivato in un momento complicato e ha trovato una squadra con una condizione fisica insufficiente. Da quello che so, anche a livello tattico, era stato fatto poco lavoro. E in più ha avuto subito cinque o sei partite, una più difficile dell’altra. Io ho piena fiducia però, perché adesso si sta cominciando a vedere qualcosa. Le sue squadre lottano fino alla fine, e questo mi fa pensare bene per il futuro”.

Troppe critiche nei confronti di Kvara?

“Quando i tifosi si abituano a vedere quel gioco lì, è difficile poi fare un passo indietro. Io sono uno di quelli che, guardandolo giocare l’anno scorso, ho pensato fosse un fenomeno. Poi però anche gli avversari imparano a prenderti le misure, raddoppiano le marcature ed è normale che non si riesca più a fare la differenza con quella facilità. Penso che a questo punto ci sia anche una componente psicologica, perché lui vuole fare tanto e dimostrare di essere sempre lo stesso, ma non deve strafare. Mi auguro che Mazzarri intervenga per spiegargli che non deve giocare da solo, ma capire il momento di difficoltà. È uno dei migliori, deve solo stare tranquillo e giocare con la squadra. Piano piano tornerà a fare le cose che ha fatto fino a pochi mesi fa”.