La procura di Roma ha chiesto una condanna a 18 anni per Walter Biot, il capitano di fregata accusato di spionaggio. L’ex ufficiale della Marina è già stato condannato a 30 anni dal tribunale militare, sentenza contro la quale è ricorso in appello. Biot fu colto in flagrante nel 2021 mentre passava dati sensibili per la sicurezza nazionale all’ufficiale russo Dmitry Ostroukhov, poi espulso. In cambio delle informazioni secretate avrebbe ricevuto 5mila euro. Oggi, il pm Gianfederica Dito, nel corso del processo penale che si tiene a porte chiuse, accusa l’indagato di spionaggio, rivelazione di notizie segrete e corruzione.

Processo penale contro Walter Biot: la procura di Roma chiede una condanna a 18 anni per l’ex ufficiale della Marina indagato per spionaggio

Nuovo capitolo della vicenda giudiziaria che vede alla sbarra degli imputati Walter Biot, capitano di fregata della Marina Militare. Dopo la condanna a 30 anni inflitta dal Tribunale militare lo scorso marzo, arrivata dopo che l’accusa aveva chiesto l’ergastolo, ora l’ex ufficiale della Marina deve rispondere di fronte alla corte penale di Roma.

La procura ha chiesto una condanna a 18 anni. Il pm Gianfederica Dito ha elencato i capi d’imputazione, tra cui spionaggio, assunzione e rivelazione di informazioni segrete attinenti la sicurezza nazionale e la corruzione. Il processo si celebra a porte chiuse.

Biot arrestato in flagrante in un parcheggio: stava passando ai russi informazioni sensibili

L’arresto di Walter Biot è avvenuto nel 2021, nel parcheggio di un supermercato romano, dove avrebbe passato le informazioni richieste al funzionario russo Dmitry Ostroukhov, in seguito espulso dall’Italia. Biot ha fotografo i documenti con uno smartphone con l’intenzione di passare poi la scheda del dispositvo al richiedente straniero. La controparte ha offerto 5mila euro per lo scambio.

Per quanto commesso, i reati che si profilano sono dunque procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio e corruzione. L’indagato ha tentato di difendersi dichiarando che le notizie che stava condividendo con i russi non avrebbero messo in pericolo la sicurezza nazionale e potevano anche essere recuperate in rete. Avrebbe ceduto alla richiesta, a suo dire, per assicurare alla propria famiglia, composta dalla moglie e quattro figli, un tenore di vita dignitoso.