Pensioni quota 41 precoci, sono state definite le regole di chi possa uscire in anticipo e ottenere lo sconto nel 2024 tra i contribuenti che abbiano iniziato a lavorare nell’età dell’adolescenza. La misura, che richiede almeno 41 anni di contributi, non prevede un requisito anagrafico specifico, ma comporta alcuni requisiti che restringono la possibilità di adottare questa formula di pensione anticipata.
Anche nel 2024 sarà in vigore dunque la quota 41 dei precoci che, per dirsi tali, devono aver versato almeno un anno di contributi entro il compimento dei 19 anni. Senza l’anno di versamento in età giovanile, tutti gli altri requisiti – anche se maturati – non comportano la possibilità di accedere al pensionamento anticipato.
Tra gli altri requisiti richiesti, figurano la condizione lavorativa al momento della domanda (disoccupazione) oppure i carichi di cura o l’invalidità civile. I tre requisiti sono comuni con quelli dell’Ape sociale. Infine, accedono a questa formula anche coloro che sono addetti a mansioni considerate usuranti o gravose. Tra le novità, sono invece cambiate le finestre mobili.
Pensioni quota 41 precoci, chi può avere lo sconto nel 2024 e uscire prima?
Sarà in vigore anche nel 2024 la pensione anticipata a quota 41 anni di contributi versati, a prescindere dell’età anagrafica di uscita. Il primo requisito da verificare per accedere con questo canale alternativo alla pensione di vecchiaia o anticipata, è quello della bassa età alla quale il contribuente abbia iniziato a lavorare. Occorre, a tal proposito, aver versato almeno un anno di contributi entro il compimento dei 19 anni di età.
Il requisito dei 41 anni di contributi rimarrà costante fino a tutto il biennio 2025-2026, come prevede il decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 18 luglio 2023 che ha ufficializzato l’aspettativa di vita ancora per i prossimi tre anni.
Pensioni precoci sconto 2024, le nuove finestre mobili del 2024
Particolarmente importanti sono le novità operate dalla legge di Bilancio 2024 per quanto concerne l’accesso alla pensione con quota 41 e l’attesa delle finestre mobili a seconda della gestione previdenziale di provenienza, prima di andare in pensione.
La finestra mobile – intesa come il lasso di tempo che passa tra la maturazione dei requisiti e l’effettivo versamento della prima rata di pensione da parte dell’Inps – aumenta per i lavoratori iscritti alla previdenza dell’ex Inpdap (Cpug, Cpi, Cps e Cpdel, a esclusione dei lavoratori iscritti alla Ctps) a tre mesi nel 2024, a quattro mesi nel 2025, a cinque mesi nel 2026, a sette mesi nel 2027 e a nove mesi per le uscite dal 2028.
Per tutti gli altri lavoratori iscritti alle altre gestioni (ad esempio, a quella dei dipendenti dell’Inps o del Ctps), proseguiranno a rispettare una finestra mobile di tre mesi.
Quali condizioni sono necessarie per la pensione dei precoci?
Gli altri requisiti per avere lo sconto della quota 41 nel 2024 riguardano la condizione di disoccupazione, i carichi di cura, la situazione di invalidità civile e lo svolgimento di lavori gravosi o usuranti. In merito allo stato di disoccupazione, la richiesta di pensione può avvenire a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, pure collettivo, dimissioni per giusta causa e risoluzione consensuale. La fruizione dell’indennità di disoccupazione deve essere terminata da almeno 3 mesi.
Come per l’Ape sociale, anche per la pensione dei precoci per quota 41 è previsto che i care giver, ovvero coloro che hanno carichi di cura e di assistenza del coniuge o di un parente di primo grado convivente o di un parente o affine di secondo grado, possano accedere alla misura di prepensionamento. Gli invalidi civili devono avere il 74 per cento minimo di riduzione della capacità lavorativa.
Infine, anche i lavoratori alle dipendenze che svolgano mansioni gravose o usuranti possono uscire con la pensione dei precoci, qualora ricorrano gli altri requisiti. In totale, le categorie di mansioni o usuranti che danno diritto al prepensionamento sono 15 il cui elenco può essere reperito sul portale dell’Inps.