Il Cobra, così lo avevano soprannominato i suoi tifosi per il piede letale grazie al quale avvelenava i suoi avversari. Sandro Tovalieri cresce calcisticamente nelle giovanili della Roma e già all’età di 17 anni colleziona la sua prima panchina nella massima serie. Era considerato una vera promessa del calcio italiano. I giallorossi credono fermamente in lui e per questo lo mandano a farsi le ossa in prestito, in Serie B, prima a Pescara e poi ad Arezzo. Nel 1985 torna nella Capitale e resta come riserva, ma raggiunge il successo quando arriva al Bari, nel 1992. Con il Cagliari poi raggiunge l’apice della sua carriera. Per commentare il momento di crisi di Mourinho, e la gara di ieri sera, Milan-Roma, Tovalieri è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Milan-Roma, Tovalieri a Tag24

Ennesimo big match, ennesima sconfitta. Dopo aver perso il derby, con la conseguente eliminazione in Coppa Italia e il 3 a 1 di ieri, contro il Milan, si complicano i piani dei giallorossi e la posizione di Josè Mourinho. Lo Special One sta vivendo il momento più complicato da quando è arrivato sulla panchina della Roma e adesso deve prendere le contromisure per uscire dalla crisi. Il nono posto in classifica non aiuta e le polemiche ora non mancano, anche nei suoi confronti. Le prossime partite, contro Verona, Salernitana e Cagliari potrebbero essere fondamentali, per il presente e per il futuro. Per commentare la posizione in bilico di Mourinho e l’ultima gara, Milan-Roma, Tovalieri è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Momento di grande difficoltà per la Roma, che esce con le ossa rotte all’ennesimo big match. Di chi è la colpa?

“Il calendario delle ultime partite del girone d’andata è stato sicuramente complicato, ma tanto prima o dopo si devono incontrare sia le squadre deboli che quelle forti. Peccato, perché il problema fondamentale è che la Roma è partita male, anche contro avversari alla portata, con cui avrebbe dovuto fare qualche punto in più. Poi, a un certo punto della stagione, i giallorossi si erano ripresi, ma queste ultime partite hanno fatto sì che la situazione precipitasse e dal quarto o quinto posto ora si trovano in nona posizione e non penso che questa squadra, nonostante le tante defezioni, sia da nono posto. Purtroppo quando mancano alcuni giocatori, e altri addirittura non li abbiamo mai visti, la qualità si abbassa in modo notevole e le difficoltà vengono fuori”.

Mourinho qualche giorno fa ha detto che questa non è una squadra da quarto posto. Ieri però Belotti ha detto invece che questa rosa è molto forte. Dove sta la verità? A cosa può ambire la Roma?

“Ci sono una serie di fattori che devono essere presi in considerazione. Avere o non avere Smalling, ad esempio, fa grande differenza. N’Dicka si stava riprendendo, e adesso sta in Coppa d’Africa. Dybala ce l’hai sempre a mezzo servizio e Aouar e Sanches mai visti. E poi ci sono i paletti del fair play finanziario che non consentono alla Roma di comprare giocatori importanti. Il rischio è quello di doversi affidare a ragazzini molto giovani e senza esperienza”.

E dal punto di vista tattico?

“Questa è una squadra che cerca anche di fare le partite, ma alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole e va in difficoltà. Tra l’altro non la vedo bene neanche fisicamente, non fanno mai un cambio di ritmo e mettono poca pressione agli avversari. Forse la partita più bella è stata quella con l’Atalanta, che però poi i giallorossi non hanno vinto. Con quei due punti in più, la situazione sarebbe stata diversa. Anche con la Fiorentina la Roma passa in vantaggio e poi si blocca. Lì dietro questa squadra ha limiti seri e prende gol banali. Anche il primo di ieri sera è stato ingenuo”.

Si discute anche della forza di Lukaku. Giocatore fondamentale per la Roma, ma assente nei big match. È il suo limite?

“Quando c’è Dybala, lui ne usufruisce parecchio. Tra l’altro non si può criticare Lukaku, perché in questa stagione ha fatto gol davvero importanti e che hanno regalato tanti punti alla Roma. Penso che lui non sia messo nelle condizioni giuste, anche perché è sempre spalle alla porta per fare sponde. Penso che in una condizione del genere, pure se ci metti Lautaro, che è uno dei più forti in assoluto, non può di certo fare magie. Se gli capita la palla gol dentro l’area, ti fa la giocata. Credo che risente anche della condizione fisica. È arrivato a mille, ma ora sta pagando lo scotto. Purtroppo però deve giocare sempre, perché è fondamentale. Poi è chiaro che anche lui deve dare qualcosa in più”

Mourinho in crisi

A proposito di difficoltà, probabilmente da quando è seduto sulla panchina della Roma questo è il momento più complicato per José Mourinho, e adesso anche i tifosi si dividono…

“Il momento complicato deriva soprattutto dalla sconfitta nel derby. Se la Roma avesse passato il turno contro la Lazio, sarebbe stato tutto diverso. Anche perché poi a Milano ci può stare anche la sconfitta. Il problema fondamentale è che nelle ultime quattro stracittadine i giallorossi non hanno mai segnato e a parte lo 0 a 0 di novembre, hanno sempre perso. Eppure questa squadra è sempre seguita con passione, lo stadio è sempre sold out e anche ieri a Milano c’erano migliaia di tifosi”.

I tifosi torneranno dalla sua parte?

“È normale siano delusi e amareggiati, ma adesso devono cercare di ritrovare compattezza. Finito questo ciclo così difficile, ora arriveranno partite alla portata della squadra di Mou. La squadra deve farsi un esame di coscienza e il calendario adesso è favorevole. Le prossime tre partite, nonostante non sia mai semplice giocare con nessuno, anche perché gli avversari devono puntare a salvarsi, sono fondamentali per risalire la china. Verona, Salernitana e Cagliari ti costringono a fare non 7 punti, ma 9″.

Ma Mourinho è ancora l’uomo giusto?

“Sono sempre stato uno pro Mourinho. Da quando sta a Roma è la prima volta che vedo un momento di difficoltà e sicuramente qualche errore lo ha commesso anche lui. Quando la squadra va male, le colpe vanno divise. È sempre stato abituato ad allenare grandi squadre e grandi giocatori e oggi di grandi campioni, tranne qualcuno, non ne ha. Quando manca Dybala a questa squadra si spegne la lampadina, ma purtroppo lui è uno che magari fa due partite e poi tre le salta. Credo però che, nonostante tutto, la tifoseria sarà ancora al fianco del mister e lo dimostreranno domenica. Se però non dovesse esserci un’inversione di tendenza il primo a pagare sarebbe chiaramente lui”.