In copertina c’è una bella foto di Gianluca Vialli. Sorridente e forse con quella maledetta malattia lontana chissà dove. Il titolo del libro è “Le cose importanti” e, tra queste cose importanti, anzi fondamentali, c’è proprio l’amicizia con Roberto Mancini. In collegamento dall’Arabia Saudita, l’ex ct della Nazionale campione d’Europa nel 2021, interviene in una serata ricchissima di “Che tempo che fa“, sul 9, con il conduttore e tifoso doriano Fabio Fazio. Di “Le cose importanti”, libro postumo del “gemello del gol” Gianluca Vialli, Mancini firma la postfazione.
Roberto Mancini ospite da Fazio: “Con Luca anni bellissimi quando eravamo giovani”
Emoziona Mancini quando ricorda che “abbiamo vissuto anni bellissimi quando eravamo giovani“.
Ci siamo divertiti, abbiamo vinto e lo sento sempre qui con me. È come se fosse ancora lì, a Londra. Quando stava in Inghilterra passavano mesi senza che ci sentissimo, ma l’amicizia fraterna va al di là di tutto e non importava quanto ci sentissimo. Eravamo legatissimi. Per me lui è ancora qui.
Bello il racconto di come si conobbero (“Era il raduno di una Nazionale giovanile a Coverciano. Lui giocava nella Cremonese, io ero già alla Samp e gli chiesi di venire da noi”). Notevole anche l’aneddoto dell’entrata in campo “con galoppo” (“Luca lo fece una volta per scherzare, vincemmo e allora fu costretto a ripeterlo. Fu troppo divertente”). Non male nemmeno i ricordi sull’abbigliamento (“All’inizio non si vestiva benissimo, diciamo che gli diedi qualche consiglio. Al resto ha pensato lui, diventando un lord inglese“) e il rapporto con il tecnico della Sampdoria scudettata nel 1991, Vujadin Boskov.
Da 10 anni (27 aprile 2014) non c’è più nemmeno l’allenatore di Novi Sad.
Ci rimproverò perché, dopo la finale di Coppa dei Campioni a Wembley persa col Barcellona piangemmo (“Gli uomini non piangono per il calcio“, diceva Boskov; ndr), Ma sapevamo che quella sarebbe stata la nostra ultima partita alla Samp. Tanti anni più tardi, il destino ha portato me e Luca a piangere ancora a Wembley, ma per ben altro.
“Allenatore blucerchiato? A me piacerebbe tornare a Genova”
Dopo un passato blucerchiato potrebbe, chissà, arrivare anche un futuro dello stesso colore. Mancini descrive anzitutto come “possibile” l’arrivo di investitori arabi a Genova, tra l’altro per intervento del figlio Andrea, direttore sportivo del club. Ma l’attuale tecnico della nazionale saudita, che martedì debutterà in Coppa d’Asia, parla anche di una prospettiva sulla panchina della Samp.
Dal giorno che sono andato via il mio sogno è tornare: 15 anni sono stati tanti, una vita, pieni di gioie e cose belle e mi piacerebbe tornarci.
“L’addio alla Nazionale? Sarei rimasto altri 10 anni, è stato un grande dispiacere”
Ma, in Italia, il Mancini tecnico di club potrebbe trovare anche tante polemiche.
Non mi rimprovero nulla. Qualcosa di sbagliato c’è sempre, ma la nostra vita è questa. A volte l’allenatore viene mandato via e non ne parla nessuno; io mi trovavo benissimo, sarei rimasto altri 10 anni (ha ripetuto stasera quell’espressione pronunciata un mese fa, ndr) ed è stato un grande dispiacere.
In Arabia Saudita, ammette l’ex ct, il problema con la lingua resta. Di arabo conosce giusto qualcosa, principalmente “Yalla shabab!”, che è uno scarno seppur convinto “Forza ragazzi!”. Ben più abbordabile resta, in fin dei conti, il dialetto genovese.