La famiglia di Villanova Canavese che ieri ha trovato un neonato nel cassonetto vicino casa dichiara oggi che desidera tenere il piccolo. Ancora emozionato per quanto successo, Paolo Laforet, 49 anni, operaio piemontese di origini sinti e padre del 15enne che per primo ha visto il bebé nel secchio, ha lanciato un appello alle autorità competenti perché lo affidino alle cure sue e della moglie Letizia. “Spero abbia il mio cognome” ha dichiarato a La Repubblica Laforet, aggiungendo poi che “Per noi sinti piemontesi i bambini, le mogli e figli sono le uniche cose che contano”.

Il neonato di Villanova Canavese trovato nel cassonetto: la famiglia che lo ha salvato vorrebbe tenerlo

Il neonato sta bene ed è attualmente ricoverato presso il reparto di Neonatologia del Presidio Ospedaliero di Ciriè a Torino. I medici che lo hanno preso in carico hanno accertato che il piccolo aveva ancora la placenta attaccata e che il parto poteva essere avvenuto a non più di un’ora dal suo ritrovamento nel piccolo centro di Villanova Canavese, in provincia di Torino.

Dopo la grande emozione vissuta ieri, oggi la famiglia dichiara a una corrispondente del quotidiano La Repubblica che il loro desiderio sarebbe quello di poter adottare il bambino. “Siamo sinti piemontesi e abbiamo dimostrato di essere onesti – ha dichiarato Laforet – Noi il bambino lo terremmo con noi se ce lo dessero, ma sappiamo che è difficile”.

Il piccolo è stato chiamato Lorenzo: la madre ha 10 giorni di tempo per riconoscerlo

Il primo ad accorgersi della presenza del neonato è stato Casey, il figlio 15enne dei coniugi Laforet. “All’inizio pensava fosse un gattino, ma poi è entrato in casa urlando” ha raccontato il padre, ancora visibilmente emozionato. Il ragazzo ha riferito agli agenti giunti nella loro abitazione che il bambino era in una busta della spesa, da cui fuoriuscivano solo i piedini.

Il bambino è nato a termine ed è in buone condizioni. In ospedale, il personale sanitario lo ha chiamato Lorenzo. Il piccolo resterà affidato alle sue cure fino a quando il tribunale minorile non deciderà quale strada percorrere, se quella dell’adozione o dell’affido temporaneo. La famiglia Laforet si è già candidata. La madre biologica ha comunque ancora dieci giorni di tempo per cambiare idea e riconoscerlo.