Emergono nuove informazioni sul caso di Julie Tronet, la 22enne francese in erasmus morta suicida a Lecce il 22 ottobre scorso. La giovane è stata trovata impiccata ad un’anta dell’armadio della sua camera da letto, nella residenza in cui abitava a via Pappacoda.
Era arrivata in Italia per proseguire gli studi nella città pugliese e lì, aveva conosciuto un ragazzo con cui ha avuto una breve conoscenza. Il coetaneo originario di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, è stato accusato di stupro e istigazione al suicidio: sarebbero state le sue molestie a spingere la ragazza all’estremo gesto.
Una teoria recentemente smentita: il giovane non ha violentato la ragazza.
Lecce, la studentessa francese morta suicida non fu violentata dall’indagato: cosa è successo
La ragazza nei giorni antecedenti alla dipartita, si era presentata al pronto soccorso dicendo di essere stata vittima di violenza sessuale ma non aveva mai sporto denuncia, poi il tragico epilogo. A dare l’allarme erano state alcune sue compagne di università. Le stesse a cui la ragazza, qualche giorno prima, avrebbe confidato di aver subìto una presunta violenza sessuale.
Dai riscontri tecnici e scientifici, dagli esiti dell’esame autoptico e dalla visione di telecamere di videosorveglianza, è emerso che i due ragazzi si fossero conosciuti da poco in un locale.
Il rapporto intimo tra i due si è consumato, ma con consenso. Non è stato trovato alcun segno o evidenza di violenza di alcun tipo sul corpo della giovane. Dalle ultime scoperte, la studentessa sembra che avesse tentato il suicidio già in Francia, tempo addietro.
Si attendono ulteriore sviluppi sulla posizione del ragazzo che potrebbe essere archiviata a breve.
Lecce, la studentessa aveva confidato la presunta violenza in ospedale
La presunta violenza è stata testimoniata in un referto stilato dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi. La giovane si sarebbe rivolta dopo l’atto sessuale. Gli stessi medici l’avrebbero spinta a denunciare: lei, però, non aveva voluto.
La giovane ha lasciato una lettera ai genitori e alcune informazioni in un diario che gli inquirenti hanno rinvenuto accanto al corpo:
Vi amo tutti, non è colpa di nessuno, ma non ci riesco più, non riesco più ad accettare ciò che mi è successo – scriveva, in francese -, è troppo difficile per me rimanere da sola […]. Penso che sia arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà. Non ce l’ho con nessuno perché mi avete tanto amata, ma non riesco più…