Sono stati rilasciati tutti gli ostaggi catturati dai ribelli in Ecuador dopo lo scoppio della rivolta nelle carceri dell’intero Paese. A comunicarlo sono questa mattina, domenica 14 gennaio 2024, i media locali. Ora i vari agenti della Polizia penitenziaria e i membri del personale delle prigioni sono liberi, dopo giorni di paura e sconforto.

Ecuador, rilasciati tutti gli ostaggi nelle carceri: la situazione

Le notizie che arrivano stamattina dall’Ecuador infondono un po’ di speranza, anche se la situazione è ancora molto grave all’interno della Nazione. Come hanno spiegato i giornali, le televisioni, le radio locali, tutte le persone prese in ostaggio nelle carceri in questi giorni sono state rilasciate.

Le stesse testate nazionali hanno ricordato oggi che lo scorso lunedì, l’8 gennaio 2024, ben 178 soggetti erano stati catturati nelle prigioni di Azuay, Canar, Tungurahua, Cotopaxi e Napo. In quella di El Oro è stato anche ucciso un agente della guardia carceraria nel corso di una sparatoria.

A compiere tali gesti sono state le numerose gang di criminali che hanno provocato una serie di disordin. Questi ultimi hanno sconvolto e stanno continuando a sconvolgere il Paese sudamericano. I cittadini e le cittadine, nonché le autorità e i politici si dicono estremamente preoccupati per quello che sta succedendo ultimamente.

Gli agenti della Polizia e i professionisti del settore sono dunque riusciti a liberare gli ultimi 136 ostaggi che erano rimasti nelle mani dei rivoltosi, ma i passi da fare per ristabilire tranquillità ed equilibrio e ritornare alla normalità sono ancora tantissimi.

Sia per i funzionari delle prigioni, sia per i loro familiari e per i semplici cittadini questi sono stati cinque giorni di agonia e disperazione. In alcuni carceri il rilascio degli agenti e del personale è avvenuto in modo pacifico attraverso negoziati.

Che cosa sta succedendo in Ecuador?

Tutto è partito all’inizio della scorsa settimana quando, l’8 gennaio 2024 il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza a livello nazionale. Stato che prosegue ancora adesso.

La decisione del leader è arrivata all’indomani della diffusione della notizia dell’evasione di Jose Adolfo Macias Villamar, uno dei più noti criminali del Paese. In molti lo conoscono con il nome di Fito. Si pensa che egli sia il più grande leader della banda Los Choneros, la quale sembra avere stretti legami con il pericoloso cartello di Sinaloa.

L’uomo era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Guyaquil. Nel 2011 i giudici lo avevano condannato per traffico di droga e per omicidio.

Proprio in uno studio televisivo a Guyaquil, i rivoltosi armati – ora considerati non solo e sovversivi ma anche come veri e propri terroristi –  avevano compiuto un assalto in diretta tv e avevano sequestrato diversi membri della troupe. Questi ultimi poi erano rilasciati.

Il presidente ecuadoriano, con la dichiarazione di stato di emergenza in tutto il territorio nazionale, ha istituito la misura del coprifuoco e ha anche ordinato l’eliminazione delle bande criminali.

Ad essere fortemente spaventati da questa situazione sono anche gli abitanti degli Stati vicini all’Ecuador. La Colombia, ad esempio, ha dispiegato il proprio esercito sui confini, come misura di sicurezza preventiva.

In Perù nei prossimi giorni continuerà a rafforzare la presenza delle Forze dell’ordine sulle zone di frontiera.

A parlare di quello che sta succedendo in Ecuador ai microfoni di Tag24.it è stata Cecilia Narea, donna ecuadoriana che vive lavora in Italia e fa parte del direttivo dell’Associazione Fratelli Ecuadoriani.

Cecilia ha ripercorso con noi la storia recente del suo Paese. Ci ha spiegato che cosa ha portato lo stato del Sudamerica a vivere una situazione caotica e infernale nel giro di pochissimi giorni. Lei è in contatto con amici e parenti che vivono lì. Essi sono estremamente spaventati dagli scontri armati continui che stanno toccando tutta la Nazione.