Un pilastro sul quale poggia la pensione integrativa è quello di come incassare quanto maturato dal fondo pensione o della possibilità di lasciare il beneficio agli eredi. I ragionamenti che si possono fare in tal senso riguardano gli aderenti alla pensione complementare che sono sicuri, ad esempio, di raggiungere la pensione di vecchiaia all’età di 67 anni perché hanno già versato i 20 anni di contributi previsti.
La regola generale prevede che il riscatto di quanto versato alla pensione integrativa possa avvenire alla maturazione dei requisiti stabiliti per le pensioni nel regime obbligatorio di appartenenza, purché siano stati effettuati almeno cinque anni di versamenti ai fondi complementari di pensione.
Pensione integrativa, come incassare quanto maturato o lasciarlo agli eredi?
Per i contribuenti alla pensione integrativa alcuni dubbi emergono in merito a come incassare quanto maturato con i versamenti oppure fare in modo che il beneficio vada agli eredi. La regola generale dei fondi di pensione complementare prevedono che si possa incassare quanto maturato solo dopo aver maturato i requisiti della pensione obbligatoria. Ad esempio, a 67 anni di età, dopo aver maturato la pensione di vecchiaia, si può incassare quanto dovuto anche dai fondi di pensione integrativa per mantenere il tenore di vita desiderato.
Ulteriore regola prevede che la prestazione del fondo pensione possa avvenire in forma di rendita o di capitale. Chi ha versato i contributi può ricevere il 100 per cento di quanto dovuto in forma di capitale se la conversione del 70 per cento del montante finale in rendita fa ottenere una rendita annua inferiore alla metà dell’assegno sociale (nel 2024 pari a 534,41 euro mensili).
Nel caso in cui ciò non avvenisse, il contribuente potrebbe ricevere in forma di capitale la metà di quanto spettante. Conti alla mano, per beneficiare dell’intero capitale versato, il soggetto deve aver accumulato un capitale nel fondo integrativo per effetto dei contributi effettuati pari ad almeno 93.000 euro.
Pensione integrativa come incassare alla scadenza quanto spettante?
Rispetto al pagamento del capitale o della rendita alla maturazione della forma di pensione obbligatoria, il contribuente può avvalersi di un’altra opzione, ovvero di quella di non richiedere la prestazione e, dunque, continuare a mantenere la propria posizione nella previdenza complementare.
Tale scelta può essere accompagnata dall’opzione di continuare a versare i contributi previdenziali al fondo integrativo oppure no. Si può fare questa scelta, ad esempio, quando la pensione derivante dai contributi obbligatori da lavoro già garantisce un tenore di vita che il contribuente reputa soddisfacente in base alle proprie esigenze.
Nel caso in cui il soggetto dovesse decidere di continuare a versare al fondo integrativo, potrà continuare a beneficiare della deducibilità fiscale annua di 5.164,57 euro.
Come avvantaggiare della previdenza complementare gli eredi?
Se dovesse verificarsi la dipartita del contribuente al fondo integrativo di pensione, quanto maturato andrebbe agli eredi designati. A tal proposito, si precisa che la designazione può essere effettuata usando i moduli disponibili sui portali web dei fondi pensione.
Di norma, la designazione si può effettuare già nel momento in cui il contribuente decida di aprire una propria posizione al fondo pensione. Ma può essere fatta anche in occasione del testamento. Rispetto alla pensione da lavoro, con quella complementare il contribuente può scegliere chi designare e attribuire una percentuale diversa di beneficio a ciascun soggetto designato.
Gli eredi, a loro volta, incassano quanto dovuto beneficiando di una tassazione di vantaggio. L’imposta sostitutiva, in questi casi, è del 15 per cento massima, percentuale che si riduce al 9 per cento in base agli anni di versamenti effettuati alla previdenza complementare.