Il Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, è scomparso il 25 novembre 2020 a Tigre, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni. Le circostanze legate alla sua morte sono ancora da chiarire.
Com’è morto Maradona e dove è sepolto?
L’autopsia condotta sul corpo di Maradona concluse che la sua morte fu causata da “un edema polmonare acuto derivante da un’insufficienza cardiaca cronica esacerbata”, evidenziando anche la presenza di una “cardiomiopatia dilatativa”.
Il Pibe de Oro aveva affrontato problemi legati alla dipendenza dall’alcol. Il 2 novembre 2020 fu ricoverato in una clinica a La Plata per anemia e disidratazione, successivamente trasferito in un ospedale di Buenos Aires Olivos. Qui, fu sottoposto a un intervento chirurgico per un ematoma subdurale. Dimesso il 11 novembre, fu trasferito in una villa nella periferia di Buenos Aires, dove si spense due settimane dopo.
Maradona è stato sepolto nella tomba di famiglia a Buenos Aires.
Il processo
Otto professionisti, tra medici e infermieri, saranno giudicati in relazione alla morte di Diego Armando Maradona. La Camera d’appello e garanzia del tribunale di San Isidro ha confermato l’accusa di omicidio con dolo eventuale per loro, un reato punito in Argentina con una condanna da 8 a 25 anni di reclusione.
L’inchiesta condotta da un pool di esperti nominati dal tribunale due anni fa ha rivelato che Maradona non aveva ricevuto un’adeguata assistenza nella sua residenza a Tigre, vicino a Buenos Aires, e questo aveva accelerato il suo decesso, avvenuto pochi giorni dopo un intervento chirurgico al cervello.
Gli otto indagati includono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Angel Diaz, il medico coordinatore Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l’infermiere Ricardo Omar Almiron, l’infermiera Dahiana Gisela Madrid e il medico Pedro Pablo Di Spagna.
La data del processo non è stata ancora fissata e si prevede che non possa iniziare prima del 2024. Nel frattempo, gli otto imputati rimangono in libertà in attesa della decisione della corte.