Nel 2024, la tassa di successione è a carico degli eredi chiamati alla presentazione della dichiarazione di successione.

Al di là della ricostruzione dell’asset ereditario, aperto il testamento e manifestate le volontà del de cuius entro 12 mesi, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, che coincide generalmente con la data del decesso del contribuente. Vediamo insieme a quanto ammontano le tasse di successione nel 2024.

Tassa di successione 2024

 Per il 2024, entrano a regime le direttive in tema di dichiarazione di successione presentate dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 29/E del 19 ottobre 2023, nella quale l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in merito al trattamento fiscale del coacervo “successorio” e del coacervo “donativo”, ai fini dell’imposta sulle successioni e donazioni. In sintesi, l’Agenzia delle Entrate, conformandosi agli orientamenti consolidati della Corte di Cassazione, chiarisce che:

  • ai soli fini dell’imposta di successione, l’istituto del coacervo “successorio” deve ritenersi non più attuale, con la conseguenza che lo stesso non può essere applicato né per determinare le aliquote né ai fini del calcolo delle franchigie
  • ai soli fini dell’imposta di donazione, l’istituto del coacervo “donativo” continua a trovare applicazione, ma dallo stesso vanno escluse le donazioni poste in essere tra il 25 ottobre 2001 e il 28 novembre 2006, periodo in cui la disciplina relativa all’imposta sulle successioni e donazioni risultava abrogata.

 Cosa cambia successioni?

 L’Agenzia delle Entrate ha reso operative le disposizioni emanate nella circolare n. 29/2023, nel provvedimento n. 396213/2023, nel quale ha provveduto ad aggiornare il modello di dichiarazione di successione. Conformemente alle spiegazioni fornite dall’Agenzia, il provvedimento recita:

“Al fine di adeguare il modello dichiarativo ai recenti chiarimenti interpretativi intervenuti con la circolare n. 29/E del 19 ottobre 2023 sul trattamento del “Coacervo successorio e donativo”, si è reso necessario aggiornare le relative istruzioni per la compilazione e le specifiche tecniche.

La circolare recepisce l’orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui l’istituto del coacervo “successorio” deve ritenersi superato, con la conseguenza che lo stesso non può considerarsi applicabile né per determinare le aliquote di imposta né ai fini del calcolo delle franchigie in materia successoria. In ragione di tale orientamento, è stato eliminato lo specifico quadro dedicato agli atti a titolo gratuito tra cui le donazioni effettuate in vita dal defunto a favore degli eredi e legatari (Quadro ES)”.

Normativa e prassi: tassa di successione 2024

Quanto costa la successione all’Agenzia delle Entrate?

 Gli eredi che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari sono obbligati per legge alla presentazione della dichiarazione di successione e, di conseguenza, sono tenuti al pagamento dell’imposta di successione, se dovuta.

La dichiarazione di successione e la richiesta di volture catastali possono essere presentate utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

È importante notare che la dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi, dai chiamati all’eredità, dai legatari entro 12 mesi dalla data di apertura della successione. In linea teorica, coincide generalmente con la data del decesso del contribuente.

Come si presenta la dichiarazione di successione?

In sintesi, la dichiarazione di successione può essere presentata attraverso i seguenti canali:

  • tramite i servizi telematici;
  • tramite un intermediario abilitato;
  • presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate.

L’importo della tassa di successione è condizionato dal grado di parentela e dalla tipologia di bene ereditato. Secondo quanto previsto nell’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006, l’Agenzia delle Entrate applica per l’imposta sulle successioni e donazioni le seguenti aliquote e franchigie:

  • del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

 È necessario considerare che, oltre alle franchigie di 100.000 euro e di 1 milione di euro, viene applicata una franchigia aggiuntiva pari a 1,5 milioni di euro per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuti gravi ai sensi della legge n. 104 del 1992.

Chi non paga le tasse e non è obbligato alla presentazione della successione?

Le persone che decidono di rinunciare all’eredità non sono obbligate alla presentazione della dichiarazione di successione; pertanto, non sono tenute al pagamento dell’imposta di successione.

Va detto che la norma prevede delle eccezioni, per le quali non si è tenuti all’adempimento della dichiarazione di successione, quali:

  • se l’eredità è stata devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto;
  • se il suo valore non supera i 100.000 euro;
  • se non include beni immobili o diritti reali immobiliari.