Ennesima aggressione in un penitenziario di Torino. Una guardia carceraria è stata vittima di un brutale pestaggio da parte di un detenuto della casa circondariale. Per l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (OSAPP), non si tratta di un caso isolato, ma soltanto uno dei numerosi episodi di violenza nei confronti delle forze dell’ordine che operano quotidianamente all’interno della struttura.
Torino, violenta aggressione con pugni e testate a guardia carceraria: cosa è successo
Un detenuto di origine straniera ha aggredito un assistente di polizia straordinaria inizialmente con pugni e schiaffi al volto e successivamente con ripetute testate. Il poliziotto è stato prontamente soccorso e visitato al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria dove è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.
Situazione analoga al carcere di Bellizzi ad Avellino, dove recentemente un detenuto magrebino, con numerosi problemi psichiatrici ha colpito tre agenti della Polizia Penitenziaria. Un carcerato, accorso per sedare la rissa, è stato accecato ad un occhio dal criminale.
L’appello dell’OSAPP: “Mattanza quotidiana nei carceri italiani, serve una mano da parte dello Stato”
Negli ultimi mesi sono in notevole aumento rivolte, colluttazioni e suicidi nei penitenziari italiani. Tra i tanti carceri a vivere situazioni di estremo disagio figurano Bellizzi, Santa Maria Capua Vetere e Torino.
L’OSAPP ha ribadito nella figura del segretario Leo Beneduci l’importanza di un intervento concreto e risolutivo da parte dello Stato:
“Per quanto riguarda il carcere di Torino abbiamo perso il conto del numero delle aggressioni trattandosi di una ‘mattanza’ pressoché quotidiana in danno dei poliziotti penitenziari, a dimostrazione della rinuncia dello Stato a qualsiasi intervento inteso a ripristinare sicurezza e legalità nelle carceri, nonché la funzione risocializzante e non solo punitiva della pena così come stabilito dal dettato costituzionale”.
23enne suicida in un carcere di Ancona, la denuncia della madre: “Necessità di cure e supporto psicologico per i detenuti”
Matteo Concetti, si trovava in isolamento nel penitenziario di Montacuto per un procedimento disciplinare. Il 23enne, si è impiccato nel bagno della sua cella e poche ore prima della morte aveva confidato alla madre di sentirsi soffocare in quella struttura, di aver bisogno di aiuto e che prima o poi avrebbe compiuto l’insano gesto.
Una morte avvenuta in parallelo a quella del carcere di Poggioreale, dove un 32enne è spirato per circostanze attualmente “misteriose”, come dichiarato dal segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.