La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda, a 12 anni dalla morte, Giuseppe Girolamo, l’eroe della Costa Concordia, il musicista originario della Puglia che quella tragica notte scelse di sacrificare la propria vita per salvare quella di una famiglia con due bambini piccoli.

“Un esempio di altruismo e di coraggio”. Così la premier ha voluto omaggiare il giovane di Alberobello sui suoi profili social definendolo un “eroe silenzioso”.

Queste le parole di Giorgia Meloni:

“Ricordiamo oggi Giuseppe Girolamo, un eroe silenzioso che, nel giorno del tragico naufragio della Costa Concordia, cedette il suo posto sulla scialuppa di salvataggio per salvare altre vite, non sapendo nuotare e consapevole di cosa avrebbe comportato per lui questa scelta.
Onoriamo la sua memoria, già insignita della medaglia d’oro al valore civile, come esempio di altruismo e coraggio. Non dimentichiamo.”

Giuseppe Girolamo: chi era l’eroe della Costa Concordia

Oggi, nel dodicesimo anniversario del tragico naufragio della Costa Concordia, la premier Meloni ricorda il giovane di Alberobello insignito, per il suo eroico sacrificio, della medaglia d’oro al valore civile.

Ma chi era Giuseppe Girolamo?

Originario di Alberobello in Puglia, Giuseppe Girolamo aveva 30 anni quella tragica notte di 12 anni fa, ne avrebbe compiuti 31 il 14 luglio di quell’anno. Batterista e bassista, amante dei Dream Theater e del genere metal, lavorava come musicista sulla nave da crociera.

Il suo corpo fu rinvenuto a marzo, due mesi dopo il naufragio.

Dodici anni fa il naufragio della Costa Concordia e il sacrificio di Giuseppe

Un eroe silenzioso come ce ne furono tanti la tragica notte del 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio, quando la nave da crociera – guidata dal comandate Francesco Schettinoentrò in collisione con gli scogli delle Scole e iniziò a inabissarsi nelle acque davanti all’arcipelago toscano.

Giuseppe si trovava sulla nave per lavoro. Non sapeva nuotare, ma sapeva che sarebbe andato incontro a morte certa se fosse rimasto a bordo. Lo sapeva eppure non esitò a cedere il suo posto sulla scialuppa ad una famiglia con due bambini piccoli.

Era giovane, aveva tutta la vita davanti, ma davanti alle preghiere disperate di una madre non seppe far finta di nulla e decise di sacrificarsi. Cedette a lei, al marito e ai loro due bambini il suo posto sulla scialuppa di salvataggio rimanendo bloccato sulla nave che, pochi minuti dopo, si sarebbe inabissata nelle acque davanti all’isola del Giglio portandolo con sé insieme ad altre 31 persone.