Dovrebbe tornare libero entro la fine di febbraio, Michele Misseri, il 68enne di Avetrana condannato in via definitiva a 8 anni di reclusione per l’occultamento del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa dalla moglie Cosima e dalla figlia Sabrina nell’agosto del lontano 2010. L’uomo, però, si è sempre dichiarato colpevole, sostenendo di essere l’unico responsabile del delitto.

Michele Misseri presto libero dopo 8 anni di carcere: ecco quando e perché

Tornerà in libertà prima di fine febbraio,

ha fatto sapere, nelle scorse ore, l’avvocato difensore di Michele Misseri, il contadino di 68 anni finito in carcere a Lecce per essersi occupato dell’occultamento del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana, in provincia di Taranto, il 26 agosto del 2010.

L’uomo era stato condannato in via definitiva a 8 anni: la sua detenzione avrebbe dovuto concludersi nel 2025. Alla fine, grazie al decreto “Svuota carceri”, approvato con l’intento di ridurre il sovraffollamento delle strutture penitenziarie italiane, ha potuto beneficiare, però, di uno sconto di pena di poco superiore a un anno.

Ad aiutarlo, anche il reclamo presentato dal suo legale Luca Latanza nell’ottobre del 2022. Reclamo in cui il contadino, che nel frattempo ha conseguito la licenza media, lamentava “l’inumanità delle condizioni delle detenzione nel periodo dal 9 marzo del 2017 al 14 ottobre 2022”, per essere stato recluso in una cella di piccolissime dimensioni, senza acqua calda per lavarsi.

“Ho ucciso io mia nipote Sarah Scazzi”: la confessione di Michele Misseri

Sarah Scazzi fu uccisa nell’agosto del 2010 dalla zia Cosima Serrano e dalla cugina Sabrina Misseri. È questa la conclusione a cui i giudici dei tre gradi di giudizio sono arrivati dopo aver passato al setaccio gli atti delle indagini, ascoltando testimonianze e confessioni, condannando le due donne all’ergastolo.

Fin dall’inizio della vicenda, che ad Avetrana e non solo aveva sconvolto tutti, entrambe si dichiarano, però, innocenti. E Michele Misseri, che è stato condannato per la sola soppressione del cadavere, continua ad insistere di essere l’unico responsabile del delitto, di essere stato lui ad uccidere la nipote 15enne.

Oggi ha 68 anni. Quando per la prima volta confessò l’omicidio, sostenendo, davanti agli inquirenti, di aver assassinato Sarah dopo averla molestata, nascondendone il corpo in una cisterna interrata di contrada Mosca, nelle campagne della cittadina in cui vivevano, ne aveva 56.

Ripete sempre di essere l’unico responsabile,

ha dichiarato il suo avvocato, come riportato dal Quotidiano di Puglia. Continuerà a farlo, con molta probabilità, anche quando uscirà dal carcere.

La ricostruzione del delitto di Avetrana

Sarah Scazzi aveva 15 anni quando, il 26 agosto del 2010, sparì nel nulla dopo essere uscita di casa dicendo alla madre Concetta Serrano Spagnolo che si sarebbe recata a casa della cugina Sabrina e che poi, insieme, sarebbero andate in spiaggia.

Le ricerche, serratissime, non portarono da nessuna parte: dopo aver ipotizzato che la ragazza si fosse allontanata volontariamente, gli inquirenti iniziarono a mettere in conto il fatto che potesse essere stata rapita, forse a scopo di riscatto.

La verità sul caso sarebbe emersa solo qualche tempo dopo: stando a quanto ricostruito da chi indagò, la 15enne sarebbe morta strangolata con una cintura per mano della zia e della cugina, che era gelosa del rapporto che aveva stretto con l’uomo di cui si era innamorata, un certo Ivano Russo.

L’ipotesi è che Michele Misseri abbia cercato di assumersi le responsabilità dell’accaduto, dipingendosi agli occhi di tutti come un mostro, per proteggerle e fare in modo che non finissero in carcere. A differenza sua, per loro il fine pena è mai.