Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha negato l’estradizione in Argentina per Don Franco Reverberi, sacerdote italiano, sul quale pendono delle accuse molto pesanti.

Chi è Don Franco Reverberi e di cosa è accusato?

Don Franco Reverberi, 86 anni, è accusato di omicidio, sequestro di persona e tortura, perpetrati in Argentina durante il regime di Videla. Attualmente risiede in Italia come rifugiato.

Nonostante il mandato di arresto emesso nel 2021 dal Tribunale di San Rafael, provincia argentina, e la conferma della Corte d’Appello di Bologna ratificata dalla Cassazione, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha deciso di non consegnarlo a Buenos Aires.

La ragione addotta nel decreto è legata alle condizioni di salute di Reverberi. Inoltre, è prevista la sua presenza in udienza il 19 gennaio per la revoca del divieto di allontanamento dal piccolo comune di Sorbolo, situato nella provincia di Parma, dove attualmente risiede nella canonica.

Il prelato affronta accuse legate a crimini contro l’umanità. Tra di esse, si annovera l’omicidio nel 1976 di Josè Guillermo Beron, all’epoca ventenne peronista, dichiarato scomparso.

È accusato di aver partecipato alle sessioni di tortura presso il centro di detenzione clandestina “La Departamental” durante gli anni della dittatura, compresi gli anni tra il 1976 e l’1983, periodo in cui ricopriva il ruolo di cappellano militare a Mendoza.

Il religioso, rifugiato a Sorbolo, suo luogo di nascita nel 1937, e dove ha svolto attività pastorali, ha lasciato l’Argentina nel 2011 durante il primo processo per crimini contro l’umanità a Mendoza.

In quell’occasione, le testimonianze dei sopravvissuti lo avevano coinvolto, e sebbene fosse stato convocato dal procuratore federale, ha costantemente respinto le accuse.

Perché Nordio ha negato l’estradizione?

Giovedì scorso, in seguito alla conferma da parte della Cassazione della sentenza della Corte d’Appello, il ministro della Giustizia Nordio ha ufficializzato il decreto di rifiuto dell’estradizione di Reverberi. Nel documento si evidenziano le criticità delle condizioni di salute del prelato ottantaseienne, caratterizzato da diverse patologie cardiache e fattori di rischio cardiovascolari.

La documentazione sanitaria nel fascicolo estradizionale sottolinea la necessità di interventi medici, vista la presenza di una cardiopatia ischemica postinfartuale sin dal 2016 e uno stato di scompenso cardio-circolatorio. Tali condizioni richiedevano un intervento di rivascolarizzazione miocardica chirurgica e la successiva riabilitazione cardiovascolare in regime di ricovero ospedaliero, durante il quale si è verificato un episodio di scompenso cardiaco.

Nel decreto, si evidenzia che la perizia medico-legale ordinata dalla Corte d’Appello di Bologna afferma che le condizioni di salute di Reverberi “sono compatibili con il trasferimento in Argentina”, focalizzandosi sulla possibilità di effettuare un viaggio aereo intercontinentale. Tuttavia, viene notato che la perizia trascura di valutare i gravi rischi derivanti dalla procedura di estradizione nel suo complesso.

Il ministro sottolinea che il trasferimento aereo richiederebbe cautele difficilmente attuabili congiuntamente nella pratica, incapaci di garantire la salute di Reverberi. Inoltre, si evidenzia che la procedura globale, incluso l’avvio della detenzione all’estero, potrebbe avere conseguenze fatali sul soggetto anche dopo il trasferimento.