Pensione minima e ADI sono compatibili? Ancora non si comprendono diversi aspetti legati al nuovo ammortizzatore sociale. E poi si capirà cosa sarà possibile cumulare o meno con l’Assegno di inclusione, inclusa la pensione minima.

Inutile ricordare che il nuovo strumento di inclusione sociale è entrato a regime il 1° gennaio 2024. Ma è certo che nella sostanza, rispetto al Reddito di cittadinanza, dovrebbe cambiare poco e nulla.

Tuttavia, siamo in presenza di un sistema con regole molto più restrittive rispetto al precedente sussidio; pertanto, appaiono lecite le richieste dei pensionati ex percettori dell’Rdc. Vediamo insieme cosa dice la legge sulla cumulabilità della pensione minima con l’Assegno di inclusione.

Pensione minima e ADI

 Il documento che contiene le norme per l’Assegno di inclusione prevede una serie di requisiti e vincoli indispensabili per l’accesso al sussidio.

È importante notare che sono molte le domande pervenute sulla cumulabilità con la pensione minima; pertanto, la richiesta non appare per nulla fuori dal comune.

D’altra parte, manca quel margine di flessibilità economica tagliato dall’inflazione, che rende necessario ricorrere a maggiori aiuti economici per mantenere inalterato l’equilibrio familiare, almeno fino alla fine del mese.

Tra le tante cose importanti, è indispensabile sottolineare che le famiglie si riscoprono sempre più povere, ed è proprio questo ultimo punto che necessità di essere rafforzato con investimenti in linea con le esigenze delle famiglie.

Prima di individuare i beneficiari che possono richiedere l’accesso all’Assegno di inclusione, è indispensabile visionare le caratteristiche principali che danno diritto al sussidio.

Assegno di inclusione: nuovi sgravi contributivi

 L‘Assegno di Inclusione, oltre ad essere una misura di sostegno economico, svolge anche il compito di strumento per l’integrazione al reddito per gli over 60.

L’erogazione del beneficio è subordinato dalla presenza di diversi requisiti, incluso quello di residenza, cittadinanza e soggiorno. Per l’aspetto economico valgono i criteri basati sull’ISEE.

È importante notare che, per ottenere il sussidio, entrano in gioco diverse variabili, inclusa la condizione reddituale del richiedente e del proprio nucleo familiare, oltre alla verifica dei requisiti e, infine, l’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

L’Assegno di Inclusione viene rilasciato alle persone che nel cui nucleo è presente almeno un membro che soddisfa una delle seguenti condizioni:

  • disabilità;
  • minore;
  • almeno 60 anni di età;
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

I Requisiti reddituali ISEE

Possono richiedere l’Assegno di inclusione le persone che soddisfino i seguenti requisiti economici:

  • un valore dell’ISEE, in corso di validità non superiore a euro 9.360;
  • un valore del reddito familiare* inferiore a una soglia di euro 6.000 annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ADI;
  • un patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, come definito ai fini ISEE diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini dell’imposta municipale propria (IMU) non superiore a 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro,

In sostanza, il pensionato ottiene l’Assegno di inclusione se il reddito ISEE non risulta essere superiore a 9.360 euro e soddisfa gli altri criteri previsti dall’attuale normativa. Inoltre, è indispensabile che possedere un patrimonio mobiliare (ad esempio depositi, conti correnti, ecc) come individuato ai fini ISEE non superiore a:

  • 6.000 euro per i nuclei composti da un solo componente;
  • 8.000 euro per i nuclei composti da due componenti;
  • 10.000 euro per i nuclei composti da tre o più componenti (soglia aumentata di 1.000 euro per ogni figlio a partire dal terzo).

Infine tali massimali sono aumentati incrementati di:

  • 5.000 euro per ogni componente con disabilità;
  • 7.500 euro per ogni componente presente nel nucleo in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definita ai fini ISEE.

Pensione minima più alta con l’Assegno di inclusione

In teoria, i percettori di trattamenti minimi possono richiedere l’Assegno di Inclusione, questa condizione si verifica se la pensione minima rappresenta l’unica fonte di reddito del pensionato. La norma prevede la compatibilità tra l’ADI e la pensione minima, come integrazione al reddito.

Tuttavia, si tratta di una forma di sostegno temporanea e soggetta a verifiche da parte dell’INPS. A titolo di esempio, una persona che a 70 anni di età percepisce una rendita da pensione per un valore di 8.000 euro annui, con un ISEE fino a 25.000 euro (valutata la presenza anche di altre fonti di reddito familiare), potrebbe percepire l’assegno pensione con l’aggiunta dell’ADI per un valore complessivo di circa 10.080 euro.

In sostanza, come riportato da investireoggi.it, la pensione minima risulterebbe integrata per un importo di 2.080 euro. In conclusione, la pensione minima e l’Assegno di Inclusione sono due misure compatibili, a condizione che si soddisfino i requisiti di legge.