Trattamento di fine servizio (Tfs) dei dipendenti del pubblico impiego, è in arrivo la nuova proposta di legge che riduce i tempi del pagamento: la prima rata potrebbe arrivare dopo soli tre mesi dall’uscita dal lavoro per la pensione del lavoratore, molto prima rispetto a quanto previsto ad oggi. La novità è contenuta in una proposta di legge presentata dal deputato grillino Antonio Colucci, della Commissione Lavoro di Montecitorio, calendarizzata dal presidente della Commissione, Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia.

Nella nuova disciplina rimarrebbe in vigore il sistema di pagamento a rate del trattamento di fine servizio (Tfr) dei dipendenti pubblici. L’Inps pagherebbe la prima rata entro 90 giorni e non più a 12 mesi. Nel primo pagamento si arriverebbe a corrispondere, all’ex lavoratore, fino a oltre 63mila euro, rispetto ai 50mila euro odierni.

Trattamento di fine servizio (Tfs) dei dipendenti pubblici, in arrivo la legge che riduce i tempi di pagamento: prima rata in tre mesi

Sembrerebbe sbloccarsi la questione del trattamento di fine servizio (Tfs) dei lavoratori del pubblico impiego, i cui tempi di attesa per la liquidazione erano stati giudicati eccessivi anche dalla Corte costituzionale nella sentenza dello scorso mese di giugno. Il Parlamento è chiamato ad accorciare i tempi dell’attuale meccanismo di pagamento della liquidazione, giudicati troppo lunghi. Tanto è vero che gli ex lavoratori del pubblico impiego arrivano ad attendere fino a cinque anni per il Tfs spettante.

L’attuale sistema prevede che il pagamento del trattamento di fine servizio (Tfs) dei lavoratori pubblici sia effettuato a rate. La prima rata della liquidazione, che può arrivare fino a 50mila euro, può essere pagata entro un anno. Per gli importi tra 50mila e 100mila euro, i tempi di attesa si protraggono a due anni. Per importi superiori si arriva a tre anni.

Tfs, prima rata entro tre mesi per un importo di 63mila euro: ecco cosa prevede la nuova proposta di legge

La Commissione Finanze della Camera è pronta a discutere un disegno di legge che preveda tempi più celeri per il pagamento del trattamento di fine servizio (Tfs) dei lavoratori del pubblico impiego, rispetto a quelli attuali di attesa. Antonio Colucci del M5s ha depositato la proposta che è stata calendarizzata per la discussione in Commissione.

La prima novità della proposta di legge prevede che il primo pagamento del Tfs debba avvenire nel termine di tre mesi, con una soglia di importo che lieviterebbe da 50mila a 63.600 euro. Il secondo tetto della liquidazione passerebbe dagli attuali 100mila euro a 127.200 euro. Quanto il governo potrà appoggiare questa proposta di legge? Al momento è chiaro che una revisione dell’attuale sistema di pagamento della liquidazione richiederebbe risorse da investire nel sistema della previdenza pubblica. Tuttavia, l’esecutivo al momento lascerebbe l’avanzamento dell’iter di approvazione della nuova proposta.

La sentenza della Corte costituzionale di giugno 2023

Sui tempi di attesa per ricevere il pagamento del trattamento di fine servizio (Tfs) dei lavoratori del pubblico impiego era intervenuta, nel giugno 2023, la Corte costituzionale. La Consulta aveva stabilito che l’attesa, fino a cinque anni dall’uscita dal lavoro dell’ex lavoratore statale, era da considerarsi eccessiva.

Peraltro, la Corte costituzionale ha preso la decisione considerando l’attesa dalla pensione di vecchiaia (dei 67 anni di età) e non dalla pensione anticipata che, al contrario, non andrebbe incentivata anche con la riduzione dei tempi del versamento del Tfs.

Anticipo liquidazione Inps, chi e come presentare domanda per il Tfs?

Per i lavoratori del pubblico impiego, attualmente l’alternativa è quella di ottenere un anticipo dall’Inps (o da una banca, ma a condizioni meno convenienti) sul trattamento di fine rapporto spettante al tasso di interesse dell’1%. La pratica si può avanzare per un importo fino al 100% del trattamento di fine rapporto (più dei 45mila euro delle banche private). Per la domanda l’Inps richiede che il contribuente sia iscritto al Fondo per la gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. 

Per la misura il governo ha stanziato risorse per 300 milioni di euro, dei quali più o meno la metà sono stati già utilizzati. Ad oggi, risultano inoltrate all’Inps circa 15mila domande delle quali 10mila accettate. L’importo medio di anticipo del Tfr è di circa 66mila euro