I buoni fruttiferi postali costituiscono uno strumento di risparmio molto popolare tra gli italiani, grazie a caratteristiche come l’assenza di spese di emissione e sottoscrizione, oltre a un regime fiscale agevolato. In passato, molti italiani hanno scelto di mettere da parte i propri risparmi per il futuro o per i propri discendenti utilizzando i ben noti buoni fruttiferi postali, un’opzione ancora oggi preferita per il risparmio.
Buoni Fruttiferi Postali, quanto durano?
La durata dei Buoni Fruttiferi Postali può variare tra i 20 e i 30 anni. Ad esempio, quelli appartenenti alla serie Z hanno una durata di trent’anni, mentre quelli della serie A1 scadono dopo vent’anni.
Buoni Fruttiferi Postali, cosa succede quando scadono?
Alla scadenza, i buoni postali perdono la loro natura fruttifera, e secondo le disposizioni normative, possono andare in prescrizione, il che avviene quando il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi non avvengono entro 10 anni dalla scadenza.
Nel caso di prescrizione di un buono fruttifero postale, il titolare non ha più la possibilità di riscuotere l’importo. Per i buoni cartacei emessi entro il 13 aprile 2001, non riscossi dopo dieci anni dalla scadenza, la prescrizione va a favore del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Per i buoni cartacei emessi dal 14 aprile 2001, il cui importo non è stato riscosso entro dieci anni dalla scadenza, la somma viene versata in un fondo presso il MEF. Per i buoni fruttiferi postali dematerializzati, non si applica la prescrizione; al contrario, al momento della scadenza, vengono automaticamente rimborsati sul libretto di risparmio postale o sul conto corrente BancoPosta dell’intestatario.
È essenziale prestare attenzione alla scadenza dei buoni fruttiferi postali e alla possibilità di prescrizione. Per evitarlo, è sufficiente controllare l’area personale sul sito di Poste Italiane o recarsi presso un ufficio postale con il buono cartaceo per ottenere informazioni.