Riscatto laurea 2024, quanto costa valorizzare gli anni di studi universitari per andare prima in pensione o per avere un assegno più alto? Il costo da versare all’Inps per la valorizzazione dei periodi universitari dipende dalla collocazione temporale degli anni di studio e dal meccanismo di calcolo della futura pensione. Un primo metodo di calcolo del costo del riscatto della laurea è quello della riserva matematica. Tale istituto si applica in base a quanto prevede la legge 1338 del 1962.
Per gli anni di studi rientranti nel periodo contributivo, ovvero a decorre dal 1° gennaio 1996, si può applicare un metodo di calcolo del costo del riscatto della laurea a percentuale. Infine, è previsto il pagamento di un importo ridotto applicando il metodo di calcolo previsto dal decreto legge numero 4 del 2019 (riscatto agevolato della laurea).
Ecco, dunque, qual è la spesa da sostenere per riscattare gli anni di studio universitari e valorizzarli ai fini della futura pensione.
Riscatto laurea 2024, quanto costa per chi ha contributi versati prima del 1996?
Il meccanismo della riserva matematica si applica per gli anni di riscatto degli studi universitari che si collochino nel periodo di applicazione del sistema retributivo delle pensioni, ovvero:
- prima della fine del 1995, nel caso in cui, a tale data, il richiedente abbia meno di 18 anni di contributi versati;
- nel caso in cui il richiedente abbia maturato contributi fino alla fine del 2011 con almeno 18 anni di versamenti fino al 1995;
- se il contribuente maturi 18 anni di contributi entro la fine del 1995 considerando anche i quattro o cinque anni del riscatto della laurea.
Come si calcola il costo della riserva matematica?
Il costo da sostenere per il riscatto mediante questo metodo si determina sul differenziale tra la pensione annua pagata dall’Inps con il riscatto della laurea rispetto a quella versata senza il riscatto. Alla differenza si applicano dei coefficienti variabili in base all’età, al sesso, al numero di anni di contributi versati. Tali coefficienti si possono reperire nella tabella allegata al decreto del ministero del Lavoro del 31 agosto 1997.
Riscatto laurea quanto costa con il metodo a percentuale per i lavoratori del contributivo?
Per i periodi di studi che si collocano nel sistema contributivo (dal 1° gennaio 1996 in poi), il metodo di riscatto della laurea mediante percentuale consente di calcolare l’onere da sostenere mediante moltiplicazione della retribuzione percepita nei dodici mesi precedenti quello di presentazione della domanda di riscatto all’Inps per l’aliquota contributiva relativa alla pensione di vecchiaia e superstiti (Ivs).
La percentuale da considerare è quella relativa all’anno di presentazione della domanda. Per il 2024, tale aliquota è del 33 per cento. La retribuzione da prendere in considerazione per il calcolo è sempre quella relativa al lavoro. È da escludere, ad esempio, la contribuzione figurativa derivante dall’indennità di disoccupazione Naspi, anche se percepita in prossimità della domanda di riscatto della laurea.
Onere agevolato per riscattare gli anni di studi universitari
Infine, si può calcolare l’onere del riscatto della laurea mediante il metodo previsto dal decreto legge 4 del 2019 che fissa il riscatto a un importo, aggiornato annualmente, più basso rispetto ai metodi sopra descritti. L’importo del 2023, tuttavia, per effetto dell’alto tasso di inflazione del 2022, è stato pari a 5.775 euro, con un aumento rispetto al 2022 di oltre 400 euro.
Tale importo si considera per ciascun anno da riscattare. Quindi occorre moltiplicare l’importo per il numero di anni previsti dal corso di laurea e che si ha intenzione di riscattare. Per l’anno 2024 l’importo da pagare deve essere ancora comunicato dall’Inps che arriverà a 6.100 euro per ogni anno oggetto di riscatto. I contributi riscattati possono essere trasferiti anche dalla gestione dell’Inps a quella di una Cassa previdenziale professionale.