Il canone di locazione è soggetto all’aggiornamento periodico, al fine dell’adeguamento dei prezzi al consumo e al costo della vita, che viene ricalcolato dall’Istat. L’ultimo adeguamento dell’Istat è scattato, con la conseguente rivalutazione dei prezzi degli affitti.
L’ultimo aggiornamento è stato pubblicato il 15 dicembre scorso e rivela, dopo mesi, un calo rispetto al mese precedente.
Vediamo di quanto aumenta il canone di locazione nel 2024 e come si effettua il calcolo.
Di quanto aumenta il canone di locazione nel 2024
Forse non tutti sono a conoscenza che l’inflazione non ha effetto solo sulle pensioni o su misure come, per esempio, l’assegno unico e universale, ma esercita la sua influenza anche sugli affitti. Ogni anno, i canoni di affitto devono essere rivalutati e adeguati all’inflazione dei 12 mesi precedenti.
La rivalutazione Istat sui canoni di locazione serve proprio ad allineare e ad adeguare questi costi all’economia del Paese. Non tutti i contratti, però, sono soggetti all’adeguamento, in quanto deve essere espressamente previsto con un’apposita clausola.
A meno che non si tratta dei contratti stipulati con la cedolare secca, l’adeguamento si calcola su base annuale e, in alcuni casi, biennale.
A dicembre è stato previsto un indice di rivalutazione, riferito al mese di novembre 2023, pari a +118,7% con un aumento dello:
- 0,7% su base annua per i contratti con clausola di adeguamento annuale;
- 12.3% su base biennale per i contratti con clausola di adeguamento ogni due anni.
Quando si applica l’aumento
Come abbiamo già anticipato, il canone di affitto viene rivalutato alla scadenza annuale del contratto di affitto e si applica per tutto l’anno successivo. Si deve far riferimento all’indice Istat FOI del mese precedente a quello di scadenza del contratto.
Per chi ha la scadenza del contratto a gennaio, si deve prendere come riferimento l’indice di dicembre, applicando la formula seguente: canone di locazione moltiplicato per l’indice Istat per la percentuale di rivalutazione.
Sul calcolo, però, ci occupiamo meglio di seguito, spiegando meglio tutti i passaggi e fornendo le indicazioni necessarie.
Come si calcola l’adeguamento Istat del canone di locazione
Il metodo di calcolo non è sempre lo stesso e può variare in base ai diversi casi e condizioni stabilite nel contratto.
Chi applica l’Indice FOI medio annuale dell’anno precedente, per esempio, utilizza i dati per calcolare la media da applicare.
Diverso è il caso di chi rivaluta il contratto per la prima volta. In questo caso, deve calcolare l’adeguamento utilizzando l’indice più recente disponibile e moltiplicandolo per il canone indicato nel contratto. Per gli anni successivi, si applica l’indice del mese di riferimento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La formula da applicare è quella che abbiamo indicato precedenza, ma sottolineiamo che il canone si rivaluta applicando le aliquote diversificate in base a che si tratti di un contratto ad uso abitativo o commerciale. In particolare:
- Fino al 100% dell’incremento dell’indice FOI, per le locazioni ad uso abitativo;
- Fino al 75% dell’incremento dell’indice FOI per le locazioni ad uso commerciale.
A quali contratti di locazione si applica l’adeguamento Istat
Come abbiamo già anticipato, la rivalutazione è obbligatoria solo quando è espressamente prevista da una clausola contrattuale.
Nei contratti di locazione a canone libero è un meccanismo molto comune. Invece, nei contratti a canone concordato, il canone viene già definito in base ad accordi specifici e l’adeguamento Istat può essere limitato oppure del tutto escluso.
Inoltre, la frequenza dell’aggiornamento varia in relazione a quanto stabilito nel contratto, ma nella maggior parte dei casi avviene su base annuale, quindi, in base all’indice Istat degli ultimi 12 mesi.
Si rimanda anche al seguente argomento: Istat, in crescita reddito, potere d’acquisto e risparmio delle famiglie. In calo inflazione e pressione fiscale