Paola Cortellesi nella bufera mediatica. Reduce dal successo del film “C’è ancora domani”, l’attrice è tornata ad affrontare il tema del sessismo e del patriarcato spendendosi in un monologo incentrato sugli stereotipi sessisti presenti nelle fiabe. In particolare, alcuni passaggi del suo monologo hanno scatenato una bufera sui social.

Per esempio, quando la Cortellesi parlando di Biancaneve l’ha definita una colf al servizio dei nani o quando ha fatto notare che nelle fiabe le donne vengono salvate dal principe solo per la loro bellezza: “Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso?. Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, non poteva guardarla in faccia”.

Paola Cortellesi Biancaneve, la polemica sui social

Le parole di Paola Cortellesi hanno indignato il popolo social. Alcuni hanno fatto notare che nelle fiabe, le prime avversarie delle donne sono proprio le donne:

“Che poi, diciamocela tutta, Biancaneve era perseguitata dalla matrigna cessa (donna), Cenerentola era schiavizzata dalla matrigna e da due sorellastre stronze (donne), la Bella Addormentata nel bosco era perseguitata da una strega invidiosa (donna). Perché diavolo ce la dobbiamo pigliare con gli unici che le aiutano, e quindi con gli uomini che le salvano, io proprio non lo capisco. Mah”.

Anche il senatore Simone Pillon non ha condiviso le parole dell’attrice e su Biancaneve fa una precisazione: “Che poi i nani erano stati 12 ore in miniera e al rientro avevano pure trovato i letti okkupati. Dare una mano non era patriarcato ma gratitudine. Salute, cara #Cortellesi”.

C’è chi poi induce ad una riflessione molto interessante. Un utente fa notare come nel caso di Biancaneve, il femminicidio fosse stato commissionato da una donna e non da un uomo: “Facendo l’esegesi della fiaba potremmo dire che il femminicidio fu commissionato da una donna e non ebbe luogo grazie al buon cuore di un maschio”.

Insomma, le polemiche sui social non accennano a placarsi. Al di là dei vari ragionamenti sessisti o meno, un dato è certo. Le favole sono state scritte per far riflettere ma soprattutto per far sognare. Non togliamo alle bambine anche questa possibilità e non riempiamo loro la testa di demoni.

A discolpa della Cortellesi c’è anche da dire che negli ultimi anni proprio la Disney sarebbe impegnata in una sorta di revisionismo storico tanto da arrivare ad eliminare alcuni titoli storici colpevoli di diffondere “stereotipi dannosi”. Le fiabe classiche sono sotto attacco perché sarebbero portatrici di una visione del mondo sorpassata, in cui l’obiettivo di un ragazza è il matrimonio. Privare la fiaba della magia equivale però a svuotarla di senso.

L’attacco di Giuseppe Cruciani

Anche Giuseppe Cruciani, giornalista de La Zanzara, ha contestato duramente il monologo di Paola Cortellesi. In apertura di puntata, Cruciani ha così esordito:

“La LUISS, un’università prestigiosissima che fa parte di questo gruppo editoriale, Confindustria-Sole24ore, che cosa fa? Invita per l’inaugurazione dell’anno accademico Paola Cortellesi. E fin qui, benissimo. Ma Paola Cortellesi fa un discorso sull’inclusività. Ma voi vi rendete conto? La favola di Biancaneve ridotta a una favola sessista secondo questa signora che di nome fa Paola e di cognome fa Cortellesi. Cosa ha detto? “Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza, il cacciatore l’avrebbe salvata? Le favole sono piene di luoghi comuni che costruiscono l’immaginario collettivo delle donne. L’unica dote delle protagoniste è quella di essere belle mentre il potere salvifico è affidato agli uomini, specie se potenti come il principe azzurro mentre Biancaneve faceva la colf ai sette nani. Le donne sono personaggi negativi come la Strega”. Pure la Strega ha messo in mezzo per il sessismo!”.